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Ma innanzi tutto e soprattutto ebbe a cuore il rinnovamento de | Christus vincit

Ma innanzi tutto e soprattutto ebbe a cuore il rinnovamento della pietà fra i Cattolici. Lo splendore dei templi, l'insegnamento del catechismo, la frequenza delle sacre riunioni e dei sacramenti devono molto alla sua azione. Egli aprì dappertutto collegi per formare la gioventù nelle lettere e nella pietà: a Roma fondò il collegio Germanico, ricoveri per le donne perdute e le giovani pericolanti, case per i catecumeni e gli orfani di ambo i sessi, e altre opere di pietà attestano il suo zelo infaticabile per guadagnare le anime a Dio. Più d'una volta si udì dire, che se gli fosse dato di scegliere, avrebbe preferito vivere incerto della beatitudine, e intanto lavorare per Iddio e la salvezza del prossimo, piuttosto che morire subito colla sicurezza della gloria del cielo. Esercitò un impero straordinario sui demoni. San Filippo Neri ed altri videro il suo volto tutto raggiante di luce celeste. Infine, a Roma il 31 luglio 1556, a sessantacinque anni di età, se ne andò all'amplesso del suo Signore, la cui maggior gloria aveva avuto sempre in bocca, ed aveva cercato in tutto, mentre la sua Compagnia, sparsa nel mondo intero, contava già dodici provincie e cento collegi. Illustre nella Chiesa per i suoi grandi meriti e miracoli, Paolo V lo iscrisse nell'albo dei Beati il 27 luglio 1609 e Gregorio XV in quello dei Santi il 12 marzo 1622. Pio XI, assecondando i voti dei Vescovi, lo costituì e dichiarò patrono celeste di tutti gli Esercizi Spirituali il 25 luglio 1922.

Omelia di san Gregorio Papa.
Omelia 17 sui Vangeli.
Il Signore e Salvatore nostro, fratelli carissimi, ci avvisa ora con parole ed ora con opere. Infatti le sue opere sono precetti; e, quando fa qualche cosa, anche senza dir nulla, ci mostra quello che dobbiamo fare noi. Ecco, dunque, egli manda i discepoli a predicare a due a due, perché sono due i precetti della carità, cioè l'amor di Dio e l'amor del prossimo, e bisogna essere almeno in due per poter praticare la carità. Infatti propriamente parlando, non si esercita la carità verso se stessi; ma l'amore, perché possa essere carità, deve avere per oggetto un altro.
Ecco dunque che il Signore manda i discepoli a predicare a due a due, insinuandoci così tacitamente come, chi non ha carità verso gli altri, in nessun modo deve assumersi l'ufficio della predicazione. E con ragione si dice che li mandò davanti a sé in ogni città e luogo dove egli stava per andare. Infatti il Signore segue i suoi predicatori; la predicazione infatti precede, e allora il Signore viene ad abitare nell'anima nostra, quando è preceduto dalle parole di coloro che ci esortano; ed è così che la verità è ricevuta dallo spirito.
Ed ecco perché Isaia dice agli stessi predicatori: «Preparate la via del Signore, raddrizzate i sentieri del Dio nostro». Ed il Salmista dice ai figli di Dio: «Preparate la via a colui che ascende da occidente». Infatti il Signore ascese da occidente, perché quanto più il Signore si è abbassato nella sua passione, tanto più ha manifestato la sua gloria nella risurrezione. Ascese veramente da occidente, perché, risorgendo, calpestò la morte che aveva subita. Noi dunque prepariamo la strada a colui che salì da occidente, quando predichiamo alle vostre anime la sua gloria, affinché egli stesso poi venendo, le illumini con la sua presenza e con il suo amore.

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