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Omelia di san Beda il Venerabile, presbitero. Sul medesimo Van | Christus vincit

Omelia di san Beda il Venerabile, presbitero.
Sul medesimo Vangelo.
Erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme (Luc. 9:30-31). Mosè dunque ed Elia, che parlarono con il Signore sul monte, e discorrevano della sua passione e risurrezione, designano gli oracoli della Legge e della Profezia, che nel Signore si sono compiuti, ed ora sono svelati a chiunque sia dotto, e nel futuro saranno svelati in maniera più evidente a tutti gli eletti. Essi si dicono apparsi felicemente nella gloria, poiché vedranno allora più palesemente, quando sarà stato mostrato non solo il senso di tutta la verità delle divine parole, ma anche il contenuto, sebbene con Mosè ed Elia possano intendersi rettamente tutti coloro che avranno da regnare con il Signore.
Appunto, in Mosè, che è morto ed è stato sepolto, sono figurati coloro che nel giudizio dovranno essere risuscitati da morte; in Elia invece, che non ha pagato ancora il debito della morte, coloro che nella venuta del Giudice dovranno trovarsi vivi nella carne. Entrambi che parimenti in un solo e medesimo momento saranno rapiti nelle nubi incontro al Signore nell'aria, subito, espresso il giudizio, saranno introdotti nella vita eterna. Ad essi conviene grandemente, che Mosè ed Elia si dicano essere apparsi nella gloria: si mostra il segno del dono, con cui essi dovranno essere coronati, per mezzo infatti dell'eccellenza della maestà. Conviene rettamente che si ricordino anche di aver parlato di ciò, che è la sua dipartita, che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme: poiché la passione del Redentore diviene certamente l'unica materia di lode per i suoi fedeli, essi meditano sempre in modo tanto devoto la memoria della sua riparazione, la testimoniano con devota confessione.

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