Get Mystery Box with random crypto!

• Commemorazione di sant'Alessio, Confessore Alessio, nobilis | Christus vincit

• Commemorazione di sant'Alessio, Confessore

Alessio, nobilissimo Romano, figlio del Senatore Eufemiano, lasciata per un vivo amore a Gesù Cristo e dietro particolare avviso di Dio la prima notte delle nozze la sua sposa vergine, intraprese il pellegrinaggio dei più celebri santuari del mondo. Durante questi viaggi rimase sconosciuto per diciassette anni, finché un giorno avendo un'immagine della santissima Vergine Maria divulgato il suo nome in Edessa, città della Siria, partì subito su di una nave. Approdato al porto di Roma, fu ricevuto da suo padre come un povero straniero; e dopo esser rimasto sotto il tetto paterno diciassette anni a tutti sconosciuto, se ne volò al cielo sotto il pontificato d'Innocenzo I, lasciando uno scritto col suo nome, cognome e il rimanente dell'intera sua vita. Ma dopo la morte, riconosciuto per una voce che si udì nelle chiese di Roma e per il suddetto suo scritto, al tempo del medesimo papa Innocenzo I, fu con sommo onore trasferito alla chiesa di san Bonifacio, dove rifulse per molti miracoli.

Dal libro dei Morali di san Gregorio Papa.
Libro 10, cap. 16. sul cap. 12 di Giobbe.
«La semplicità del giusto sarà derisa» (Job. 12:4). La sapienza di questo mondo consiste nel nascondere il cuore con ogni astuzia, nell'occultare colle parole il pensiero; nel far vedere vero ciò ch'è falso e nel mostrare falso ciò ch'è vero. Questa sapienza certo i giovani la acquistano coll'uso, i fanciulli l'apprendono col danaro; quelli che la posseggono, insuperbiscono e disprezzano gli altri; quelli che non la conoscono, sottomessi e timidi l'ammirano negli altri; perché essi amano quella stessa iniqua doppiezza, mascherata di altro nome, venendo qualificata urbanità siffatta perversità di spirito. Questa sapienza mondana insegna ai suoi discepoli a ricercare il colmo degli onori, a gioire vanamente dell'acquisto di una gloria temporale, a rendere abbondantemente agli altri il male ricevutone; a non cedere mai, finché le forze assistono, a chi fa opposizione; e, quando manca il coraggio, a dissimulare sotto apparenza di bontà e dolcezza, l'impotenza della loro malizia.
La sapienza dei giusti al contrario consiste nel non agire mai per ostentazione, nel dire ciò che si pensa, nell'amare il vero com'è, nell'evitare il falso, nel far il bene gratuitamente, nel soffrire il male molto volentieri piuttosto che farlo, nel non cercare vendetta dell'ingiuria, nello stimare un guadagno l'oltraggio che si sostiene per la verità. Ma questa semplicità dei giusti viene derisa; poiché i sapienti di questo mondo credono una sciocchezza la virtù della sincerità. Tutto ciò infatti che si fa innocentemente, senza dubbio essi lo stimano stoltezza e tutto ciò che ha l'impronta della verità nelle (nostre) opere, suona stoltezza alla sapienza carnale. Infatti che di più stupido agli occhi del mondo che manifestare il proprio pensiero quando si parla, non simulare niente con abili espedienti, non ripagare gli affronti con ingiurie, pregare per quelli che ci maledicono, cercare la povertà, abbandonare i propri beni, non resistere a chi ci deruba, offrire l'altra guancia a chi ci percuote?