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Poi bisogna accostarci all'altare (Communio) per ricevervi l'E | Christus vincit

Poi bisogna accostarci all'altare (Communio) per ricevervi l'Eucaristia la cui virtù divina ci fortificherà contro i nostri nemici (Postcommunio) e ci manterrà nel fervore della pietà (Orazione), poiché il Signore è la forza del suo popolo che lo condurrà per sempre (Introito). Per questo la Chiesa ha scelto per il Vangelo la narrazione della moltiplicazione dei pani, figura dell'Eucaristia, che è il nostro viatico. La Comunione, identificandosi con la vittima del Calvario, non solamente perfeziona in noi gli effetti del Battesimo, facendoci morire con Gesù al peccato, ma ci fa trovare al santo banchetto la forza che ci è necessaria per non ricadere nel peccato e per «consolidare i nostri passi nei sentieri del Signore» (Offertorio). E in questo senso sant'Ambrogio commenta questo Vangelo. Cristo disse: «Io non voglio rimandarli digiuni per paura che essi muoiano per via. Il Signore pieno di bontà sostiene le forze; se qualcuno soccomberà non sarà per causa del Signore Gesù, ma per causa di se stesso. Il Signore pone in noi elementi fortificanti; il suo alimento è la forza, il suo alimento è il vigore. Così, se per vostra negligenza, avete voi perduta la forza che avete ricevuta, non dovete incolpare gli alimenti celesti che non mancarono, ma voi stessi. Infatti Elia, quando stava per soccombere, non camminò per quaranta giorni ancora, avendo ricevuto il cibo da un angelo? Se voi avete conservato il cibo ricevuto, camminerete per quarant'anni e uscirete dalla terra d'Egitto per giungere alla terra immensa che Dio ha promesso ai nostri Padri».

All'Introito. Il versetto Salvum fac dell'Introito, si ritrova nel Te Deum, dove si domanda a Dio di preservarci dal peccato.

All'Epistola. Innestati in Cristo, tutti i suoi misteri si devono riprodurre in noi: con lui dobbiamo morire al peccato e con lui vivere una vita tutta nuova.

All'Alleluja. Salmo di Davide, che esprime i trattamenti ricevuti da spietati nemici e l'incrollabile fiducia del Salmista in Dio.

Al Vangelo. Gesù ha compassione della turba e dà da mangiare a 4000 uomini, senza di che, «sarebbero venuti meno per via». «Egli prese i sette pani, rese grazie a Dio, li spezzò, li diede ai suoi discepoli da distribuire, ed essi li distribuirono alla turba» (Vangelo). Questo miracolo si riconnette in qualche modo alla promessa della istituzione del SS. Sacramento. Così quando Gesù la realizzò all'Ultima Cena, san Paolo scrive che: «prese del pane e rese grazie, lo spezzò e disse: Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo»; e aggiungendo: «Fate questo in memoria di me», ordinò agli Apostoli e ai loro successori di consacrare allo stesso modo il pane soprannaturale, che deve sostenere le anime, e distribuirlo in tutta la terra fino alla fine dei secoli. Questo pane divino è un viatico tanto nel viaggio di questa vita che nel viaggio delle anime per l'eternità: di qui il nome di viatico dato all'Eucaristia ricevuta in punto di morte.