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Omelia di san Girolamo Prete. Libro 1 Commento al cap. 5 di Ma | Christus vincit

Omelia di san Girolamo Prete.
Libro 1 Commento al cap. 5 di Matteo.
Io invece vi dico: «Amate i vostri nemici: fate del bene a quelli che vi odiano» (Matth. 5,44). Ci sono molti che misurando i comandamenti di Dio dalla propria fiacchezza, e non dal coraggio dei Santi, credono che sia impossibile ciò ch'è qui comandato: e dicono ch'è già assai per le nostre forze non odiare i nemici: amare l'altro è comandare più di quello che è permesso dalla natura umana. Bisogna dunque sapere che Cristo non comanda l'impossibile, ma il perfetto. Ciò che fece David verso Saul e verso Assalonne: e anche il Martire Stefano pregando per i suoi nemici che lo lapidavano: e Paolo desiderava d'essere anatema per i suoi persecutori. Gesù poi e lo ha insegnato e praticato dicendo: «Padre, perdona loro, perché non sanno quel che si fanno» (Luc. 23,34).
Per le altre opere buone potrebbe talvolta qualcuno avanzare una scusa qualsiasi; ma per la carità che si deve avere, nessuno può scusarsi. Qualcuno potrà dirmi: Io non posso digiunare; può forse dirmi: Non posso amare? Qualcuno mi potrà dire: Non posso conservare la verginità, non posso vendere tutto il mio e darlo ai poveri; può forse dirmi: Non posso amare i nemici?
In questo, infatti, né i piedi si affaticano a forza di correre, né le orecchie a forza di udire, né le mani a forza di lavorare, perché noi tentiamo di liberarcene con questa scusa. Non ci si dice: Andate in Oriente, e cercatevi la carità; navigate a Occidente, e vi troverete l'amore. È dentro del nostro cuore, che ci si comanda di rientrare, dicendo il profeta: «Prevaricatori, rientrate nel vostro cuore» (Is. 46,8). Poiché non si trova in regioni lontane quello che ci si chiede.

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