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⁣Elizabeth Appleton di John O’Hara Nutrimenti, 2021 - O’Hara | Cultura News ™

Elizabeth Appleton di John O’Hara

Nutrimenti, 2021 - O’Hara è un narratore abile, capace di sottintesi e di sfumature anche nella forma romanzo, per la quale fu probabilmente, e spesso ingiustamente, meno ammirato che per i suoi magistrali racconti.

Nel 1950 John Appleton e sua moglie Elizabeth vivono in un luogo puritano e un po’ noioso, la città universitaria di Spring Valley, in Pennsylvania. La loro casa, costruita all’angolo di due strade, è “solida, comoda, rispettabile”, tre aggettivi che si adattano perfettamente al loro matrimonio. O, almeno, così sembra. John è preside di facoltà nel college più antico della città, lo Spring Valley College. Ha fatto carriera e probabilmente ne farà ancora, ma, per quanto possa aumentare il suo stipendio, non potrà mai offrire a Elizabeth tutto ciò che lei ha perduto separandosi dalla sua ricca famiglia. Se Elizabeth può concedersi ogni tanto qualche piccolo lusso, come una berlina Ford e la ristrutturazione del garage, è grazie al denaro che riceve dalla madre rimasta vedova a conclusione di un matrimonio infelice.
L’immagine di donna operosa e devota Elizabeth l’ha costruita più per realizzare un progetto consapevole e razionale che per un moto spontaneo dei sentimenti. Le è sembrato il ruolo più adeguato alla moglie dell’uomo che è diventato anni prima il professore ordinario più giovane dello Spring Valley College, sostenitore del New Deal e insegnante ironico e spigliato.

Eppure c’è una crepa sottile che attraversa la loro storia comune, un’incrinatura visibile solo attraverso certi dialoghi e certe situazioni quotidiane. Forse è la distanza dei due mondi ai quali John e Elizabeth appartenevano prima di sposarsi, forse la sostanziale opacità della loro vita quotidiana, o forse i desideri che muoiono senza realizzarsi. L’infedeltà di Elizabeth è alle porte.

Elizabeth Appleton (Nutrimenti, 2021, trad. N. Manuppelli) mostra i due protagonisti con una rappresentazione diretta, ma più spesso tramite le conversazioni fra di loro o con altri personaggi (prima fra tutti la sorella di Elizabeth). O’Hara (1905-1970) è un narratore abile, capace di sottintesi e di sfumature anche nella forma romanzo per la quale fu probabilmente, e spesso ingiustamente, meno ammirato che per i suoi magistrali racconti, anche se un suo romanzo, Appuntamento a Samarra, fu annoverato dalla Modern Library fra i cento migliori libri del Novecento in lingua inglese.
Polemico, conservatore dalle posizioni scomode, litigioso, O’Hara fu detestato da molti esponenti del giornalismo e dell’editoria. Chissà, forse non smise mai di roderlo dentro il fatto che lui, figlio di un medico di provincia che gli lasciò in eredità solo debiti, non frequentò mai le scuole più prestigiose e rimase fuori dall’universo dorato dei ricchi fino a quando i suoi libri non lo ricoprirono di dollari a palate. Fu, infatti, uno degli scrittori di maggior successo della sua epoca e uno dei più coltivati dal cinema hollywoodiano, che offrì ai suoi protagonisti, fra gli altri, il volto di Frank Sinatra, Liz Taylor e Paul Newman.