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DAL “FILM” VACCINALE COVID ALLA “SERIE” PUNTURALE   https://ww | Avv. Mauro Sandri

DAL “FILM” VACCINALE COVID ALLA “SERIE” PUNTURALE
 
https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2024/01/26/vaccino-contro-il-melanoma-al-pascale-la-prima-dose-italiana_d0b4cb56-4b3b-4bf3-9fd8-a86b52cd6fe8.html#:~:text=Si%20chiama%20Alfredo%2C%20ed%20%C3%A8,per%20la%20cura%20del%20melanoma.
 
Il maninstream ( corretta definizione del mainstream) sta propagando in questi giorni la scivolosa, malevola, pericolosa notizia della sperimentazione del “vaccino contro il melanoma” in Italia.
Dalla lettura dell’articolo, si viene a sapere che il partecipante alla sperimentazione (che si definisce un “medico che crede nella scienza” ) è un paziente ammalato di melanoma metastatizzato. 
La sperimentazione su un tale soggetto è del tutto incongrua ed illogica, in quanto non potrà mai dimostrare l’efficacia nel prevenire la malattia avendola già contratta. 
L’articolo cita frasi del medico somministratore che sono una sequenza stranita di contraddizioni, dall’affermazione della speranza di “poter dare una nuova e più efficace opzione terapeutica a quanti più pazienti possibili” all’affermazione che lo scopo del vaccino non sia  “quello di prevenire la malattia, ma di aiutare e supportare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere ed attaccare più efficacemente il tumore”.  Se lo scopo non è quello di prevenire la malattia, non si tratta di un vaccino,  e le frasi citate confermano che quello che viene sperimentato è, nell’ipotesi più favorevole, un nuovo farmaco. Cui prodest la definizione falsificatoria di “vaccino” ?
Non può essere rilasciata per ammiccare ad una presunta simpatia nazionalpopolare per tale prodotto farmaceutico, come dimostra la scarsissima propensione degli italiani ad inocularsi volontariamente tale prodotto in assenza di obblighi ricattatori. 
Più realistica è l’ipotesi che l’errore lessicale sia doloso e connesso con il fatto che le regole
nel caso di richiesta di autorizzazione di nuovi farmaci sono più rigide, rispetto a quelle che regolano l’autorizzazione emergenziale di nuovi vaccini.
Il vero business, per le case farmaceutiche, non è produrre farmaci per curare i malati (pochi ed impegnativi, perché bisogna dimostrare un miglioramento del loro stato di salute), ma quello di creare vaccini da raccomandare (e preferibilmente imporre) ai sani, (che sono numerosi e con buono stato di salute), con il divieto annesso di poterne verificare sicurezza ed efficacia come avvenuto con quelli anticovid 19. 
Prossimo inizio della serie: pandemia da melanoma?