2021-10-12 14:40:34
#Siri: Per il ciclo: “Lotta all’analfabetismo funzionale”.
Non esiste un “popolo” di vaccinati buono e un “popolo” di non vaccinati cattivo.
Il vaccino a disposizione per il Sars Cov2 funziona come quello anti influenzale. Chi lo fa può sviluppare i sintomi della malattia, ma nella stragrande maggioranza dei casi sono sintomi più lievi.
Il vaccino anti influenzale viene consigliato ad anziani e soggetti fragili che potrebbero avere complicazioni ad affrontare il decorso della malattia. Complicazioni che, invece, non hanno i soggetti più giovani e sani che guariscono naturalmente dopo circa una settimana.
I vaccini, sia quello anti influenzale che quello anti Covid19, non forniscono “immunità sterilizzante” ovvero, a differenza di tutti gli altri vaccini come ad esempio (vaiolo, anti polio, morbillo, ecc.), non proteggono dal contagio né il soggetto che lo fa, né i terzi che vengono a contatto con lui.
Di fronte a questo scenario, molti milioni di concittadini, giovani e sani, hanno deciso di non effettuare la vaccinazione anti Covid19 e molti altri l’hanno fatta esclusivamente perché costretti dalle limitazioni poste in essere dallo Stato.
Dunque, alla luce di queste premesse incontrovertibili, il Ministro della Salute Speranza propone e fa approvare una legge che discrimina pesantemente qualunque soggetto che scelga di non sottoporsi al vaccino, fino ad arrivare ad introdurre un obbligo di tampone per lavorare.
Tutto ciò avviene in contrasto con i principi di libertà e autodeterminazione dell’individuo sanciti dalla Costituzione, come è stato più volte rilevato da esimi giuristi, costituzionalisti e Presidenti emeriti della Corte Costituzionale.
Nulla. La barriera è irrimediabilmente rotta da una spinta centrifuga di paura e irrazionalità.
A sostegno di questa decisione il Ministro e altri esponenti delle Istituzioni, della stampa e di vari settori traversali della Società, sostengono che vaccinarsi sia un dovere civico per evitare la diffusione del virus.
Ovvero, sostengono una tesi priva di fondamento scientifico per giustificare di fatto un obbligo subdolo a vaccinarsi.
Ma come può accadere tutto questo? E perché tutto questo accade solo in Italia?
Evidentemente la salute non c’entra nulla in questa vicenda, ma c’entra molto di più la voglia di ferire e dividere il Paese cercando di trarne un vantaggio elettorale che non si sostanzia soltanto nella competizione sui consensi, ma crea le condizioni per dividere i buoni da una parte (pro vaccini, pro green pass) e i cattivi dall’altra. La questione sanitaria è scomparsa dallo sfondo ed è rimasto solo lo scontro ideologico.
Insomma, uno squallore.
I tamponi e il Green Pass
Lo Stato, sulla base di una teoria priva di fondamento scientifico (il vaccino impedisce la diffusione del virus), rilascia un Pass a tutti i vaccinati i quali non hanno vincolo alcuno e possono accedere liberamente in tutti i luoghi che invece sono preclusi ai non vaccinati.
Ma se i vaccinati possono essere portatori di contagio e sviluppare essi stessi i sintomi della malattia, perché si rilascia loro un “Pass”?
Perché, ripeto, la questione non è affatto legata alla prevenzione e al contrasto alla diffusione del virus, ma è esclusivamente politica.
A questo punto sarebbe più onesto dire che l’unico modo per evitare davvero la circolazione del virus è l’effettuazione periodica di un tampone antigienico o molecolare.
Tampone, però, da far effettuare a tutti, indipendentemente dal vaccino o meno.
Questo naturalmente porterebbe con sé un grande dispendio di risorse economiche e organizzative e dunque si sceglie la strada più facile, sempre su basi politiche e non sanitarie, di imporre il tampone solo ai non vaccinati.
Lavoro
C’è un punto che non viene ancora preso in debita considerazione che riguarda i costi dei tamponi per i lavoratori.
Ci sono ben tre Direttive europee, le quali stabiliscono chiaramente che i costi dei tamponi per la prevenzione del contagio sul luogo di lavoro siano a carico dei Datori di lavoro.
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