2021-09-14 17:22:40
DOLLARI FALSI CONTRO CHI SI ARRICCHISCE SUI MALATI DI AIDS: LA PROTESTA DEI MILITANTI DI ACT UP ALLA BORSA DI NEW YORK, IL 14 SETTEMBRE DEL 1989, SARÀ UN’ACCUSA INEQUIVOCABILE CONTRO LA SETE DI PROFITTO DI FINANZA E MULTINAZIONALI ANCHE SULLA PELLE DI CHI STA MALE
New York negli anni ‘80 fu tristemente uno dei luoghi più colpiti dall’AIDS/HIV: il virus era ormai noto ai più ma se ne parlava sempre pochissimo. Si lavorava poco sulla prevenzione e sull’informazione sui pericoli della malattia. La comunità omosessuale newyorkese, una delle più attive degli USA e del mondo intero e che aveva il suo centro in Greenwich Village, venne letteralmente falcidiata. Al palese disinteresse delle istituzioni si affiancava lo sciacallaggio delle multinazionali farmaceutiche che mantenevano in circolo un numero limitato di medicinali e disponibili a cifre non certo alla portata di tutti. Burroughs Wellcome, infatti, era l’unica azienda che aveva a disposizione l’AZT, l’unico medicinale per il trattamento dell’AIDS approvato al tempo.
Nel 1987 nacque Act Up (AIDS Coalition to Unleash Power). All’inizio l’unico supporto per i malati di AIDS erano infatti gruppi di aiuto auto organizzati dai malati e dalla comunità omosessuale, dal supporto psicologico all’assistenza di avvocati per scrivere il testamento. Act Up aveva un obiettivo diverso: fare pressione direttamente al governo affinché prendesse seriamente la minaccia dell’AIDS che aveva già ucciso, al tempo, 40mila americani; dall’altro lato, si voleva denunciare l’atteggiamento criminale delle compagnie farmaceutiche. Nel 1989 l’associazione organizzò una protesta diretta proprio alla Burroughs Wellcome, società farmaceutica quotata alla borsa di New York. Furono centinaia di manifestanti che parteciparono alla giornata di protesta, indetta il 14 settembre del 1989 di fronte Wall Street. Il motto della protesta era “Sell Burroughs Wellcome”, un invito a vendere le azioni della compagnia. Alcuni militanti si spinsero oltre. Peter Staley, Lee Arsensault, Greg Bordowitz, Scott Robbe, James McGrath e due fotografi, infatti, riuscirono a infiltrarsi nell’edificio della borsa, salirono vino al “VIP’s balcony” e lì vi si incatenarono, mostrando uno striscione “Sell Burroughs Wellcome” e gettando finte banconote da 100 dollari. Le foto, inviate alla Associated Press, fecero ben presto il giro degli Stati Uniti e del mondo. Fu un successo: quattro giorni dopo, la BW abbassò del 20% il prezzo dell’AZT. Da allora, lentamente, si sarebbero fatti passi in avanti sia per quanto riguarda l’opinione pubblica e la narrazione sull’AIDS, sia dal lato della ricerca. “Se non ci avessero arrestato 20 anni fa, io non sarei qui per fare questa intervista”, dirà un militante di Act Up sieropositivo in un’intervista per la realizzazione del documentario “United in Anger”, che racconta proprio la storia dell’associazione. Una sintesi perfetta del valore e dell’impatto della militanza.
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