2021-09-17 18:07:34
CANTAVA LA LIBERTÀ, FU UCCISO DAL REGIME DI PINOCHET IL 16 SETTEMBRE DEL 1973: VICTOR JARA, IL CANTAUTORE DEGLI ULTIMI
Il 16 settembre Victor Jara viene ucciso dall'esercito cileno nel corso del golpe guidato dal generale Pinochet.
Figlio di umili contadini, conosce presto la dura vita delle campagne in cui braccianti e piccoli proprietari lavorano duramente mentre i grandi latifondisti si arricchiscono sulle loro spalle. La madre gli insegna a suonare la chitarra, strumento che sarà sempre al suo fianco durante la sua attività di cantautore.
Simbolo della "musica impegnata", Jara dedica le sue canzoni alle classi oppresse, desideroso di vederle sollevarsi dalle terribili condizioni in cui vivono.
Decide di sostenere Salvador Allende e appoggia la campagna elettorale di Unidad Popular. Dopo la vittoria alle consultazioni del 1970 diventa Ambasciatore Culturale del Cile.
Nei terribili giorni del golpe è arrestato, portato come tanti altri all'Estadio Chile, torturato e poi assassinato dall'ufficiale Edwin Armando Roger Dimter Bianchi, che si divertiva a fare la roulette russa con i prigionieri.
Il corpo venne prima gettato in una fossa poi mostrato alla moglie Joan.
L'ultima canzone la scriverà proprio durante la breve prigionia.
Canto, come mi vieni male
quando devo cantare la paura!
Paura come quella che vivo,
come quella che muoio, paura
di vedermi fra tanti, tanti
momenti dell'infinito
in cui il silenzio e il grido
sono le mete di questo canto.
Quello che vedo non l'ho mai visto.
Ciò che ho sentito e che sento
farà sbocciare il momento..
Il regime distruggerà tutte le matrici dei suoi dischi.
Nella canzone "Manifiesto" spiega perché ha scelto di cantare. Non per i premi, non per la fama, non perché ha una bella voce.
Canta per la gente, per i popolo, per il diritto alla libertà.
"La mia chitarra non è dei ricchi
né sembra esserlo
il mio canto è per le impalcature
che cercano di raggiungere le stelle,
perché il canto ha senso
quando palpita nelle vene
di chi morirà cantando
le verità sincere,
non serve a raccogliere premi fugaci
né per darmi fama internazionale
ma è il canto di un spicchio di terra
che giunge giù fino in fondo al mondo."
Raccontiamo la storia di Victor Jara anche in Cronache Ribelli, che trovate qui:
http://bit.ly/3sen0wX
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