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Budget: a sorpresa, i senatori democratici Manchin (West Virgi | White House Watch

Budget: a sorpresa, i senatori democratici Manchin (West Virginia) e il Leader di Maggioranza Schumer hanno raggiunto un accordo sul famoso pacchetto di spesa sociale e climatica, parte fondamentale dell’agenda democratica di questi due anni.

Il testo affronta temi energetici, ambientali, fiscali e sociali ed è orientato ad abbattere l’inflazione, grande preoccupazione di Manchin. Da qui il titolo della legge: “The Inflation Reduction Act of 2022”.

Ecco cosa prevede:

Aumento delle tasse per 739 miliardi di dollari
- 313 miliardi raccolti con l’imposizione di una tassa minima sulle aziende corporate del 15%;
- 288 miliardi raccolti tramite la riforma della formulazione dei prezzi dei prezzi dei farmaci;
- 124 miliardi raccolti tramite il potenziamento dell’Internal Revenue Service, l’ente federale che si occupa della raccolta delle tasse;
- 14 miliardi raccolti chiudendo i cosiddetti loophole.
- Nessuna nuova tassa sarà imposta alle famiglie che hanno un reddito minore o uguale a 400mila dollari e che l’obiettivo è quello di far pagare alle “multinazionali e agli ultra ricchi la giusta quota”

Capitoli di spesa: 433 miliardi
- 369 miliardi dedicati all’investimento nella produzione di energia domestica e della riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 40% per il 2030”;
- 69 miliardi dedicati al finanziamento per tre anni di alcuni aspetti dell’Affordable Care Act, (l’Obamacare).

Come siamo arrivati qui?
L’inizio di questa legge va fatto risalire alla primavera del 2021, quando Biden annunciò al Congresso il proprio pacchetto di spesa sociale da 3.5 bilioni di dollari. Il pacchetto era uno dei tre pilastri con cui riformare l’economia e la società statunitense, gli altri due erano l’American Rescue Plan (conosciuto come pacchetto di aiuti covid, anche se in realtà manteneva molte provvisioni che con la pandemia non c’entravano granché) e il pacchetto sulle infrastrutture.
Proprio dell’American Rescue Plan, il pacchetto di spesa sociale (che ha avuto molti nomi fino a diventare Build Back Better) riprendeva molte delle provvisioni, estendendole di diversi anni.

Il pacchetto di spesa sociale è stato per mesi vittima di un fuoco incrociato per questioni interne al Partito Democratico. Per i progressisti 3.5 bilioni era solo il prezzo iniziale da cui partire, per i senatori moderati Manchin e Sinema (specialmente per il primo) quella spesa era inaccettabile perché inappropriata.

Per convincere i due senatori a votare la legge, l’ala progressista della Camera decise di bloccare per mesi l’approvazione della legge bipartisan sulle infrastrutture a cui Manchin e Sinema avevano lavorato a piene mani. Un ricatto che, secondo alcuni commentatori, ha contribuito a far schiantare il Partito Democratico alle elezioni del novembre del 2021, con la perdita delle elezioni in Virginia e una riconferma, con un margine molto più ristretto delle attese, del Governatore del New Jersey.

A complicare il tutto l’esistenza di un accordo segreto stipulato quell’estate tra Schumer e Manchin secondo cui il pacchetto di spesa non sarebbe dovuto essere superiore a 1.5 bilioni.

A dicembre, vista l’incomunicabilità tra le parti, Manchin decise di affossare la legge. Una scelta riconfermata anche due settimane fa, dopo la ripresa dei negoziati.

Perché il voto di Manchin è stato così determinante?
Per via dell’attuale composizione del Senato. Formalmente i democratici hanno la maggioranza perché esprimono la Vicepresidente degli Stati Uniti, che copre anche il ruolo di Presidente del Senato. Kamala Harris può esprimere il proprio voto solo in caso di parità, proprio per farla venire meno.

Le leggi di natura economica possono essere approvate tramite un processo chiamato “Reconciliation” che prevede l’approvazione a maggioranza semplice evitando il filibuster, quella regola del Senato che impone il voto di almeno 60 voti per iniziare la discussione di una legge. Tuttavia, per essere approvate in questo modo, le leggi devono esser prima supervisionate dalla Parliamentarian del Senato che ne valuta il contenuto.