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Messaggistica e decrittazione L’intercettazione della messaggi | Studio Verga Security & forensic

Messaggistica e decrittazione L’intercettazione della messaggistica (si tratti di chat, audio o video) presenta una specifica criticità generalizzata, correlata alla natura digitale dei dati attraverso i quali la stessa è trasmessa; problema comune alle app quali whatsapp utilizzate sui device così come al sistema Voip per le chiamate telefoniche. Il dato comune è costituito dall’utilizzo di sistemi di cifratura “end-to-end”, tali per cui la chiave di cifratura è nota solo agli interlocutori e non è comune con il server; sul server pertanto non dovrebbero essere archiviati “in chiaro” i messaggi e le comunicazioni. Un impasse superabile solo attraverso l’uso dei captatori, che consentono di intercettare direttamente da uno dei device coinvolti nella comunicazioni ( e quindi di trasmettere comunicazioni direttamente intellegibili). In generale, le comunicazioni che sono trasmesse tramite app sono criptate, ossia non possono essere lette direttamente, anche se intercettate, così come le comunicazioni via VoIP. In sintesi, le stesse “escono” criptate dall’apparato che le genera, restano criptate sul server del gestore delle comunicazioni e vengono decriptate quando pervengono all’apparato ricevente. La possibilità di intercettare “in chiaro”, quindi, è ravvisabile solo laddove l’intercettazione trovi luogo direttamente su uno dei due apparati in comunicazione. L’apprensione dei dati direttamente dall’apparato previa installazione di un captatore informatico rappresenta l’unico metodo che consente di bypassare la criptatura degli stessi, monitorando sia il flusso di comunicazioni riguardanti sistemi informatici o telematici – online surveillance, pacificamente da ricondurre alla categoria intercettazioni. L’attività di intercettazione è indubbiamente quella maggiormente articolata e complessa e – non a caso – quella più garantita. La previsione di autorizzazione (salvi i casi di urgenza, comunque da sottoporre a convalida) da parte del Gip consente di ritenere che l’installazione di un captatore informatico sia assimilabile in tutto all’applicazione di una microspia, situazione già pacificamente prevista nei casi di intercettazioni ambientali, con tutto ciò che consegue in relazione alle attività di installazione delle stesse. Al riguardo, di grande interesse risulta una decisione della Cassazione in base al quale, in materia di utilizzazione di messaggistica con sistema Blackberry sarebbe corretto acquisirne i contenuti mediante intercettazione ex art. 266-bis c.p.p. e ss. In tal senso le chat, anche se non contestuali, costituirebbero un flusso di comunicazioni, così che l’intercettazione avverrebbe con il tradizionale sistema, ossia monitorando il codice PIN del telefono (ovvero il codice IMEI), associato in maniera univoca a un nickname………….