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Nuovo lavoro scientifico sui rischi da prodotti genetici anti- | Stefano Montanari

Nuovo lavoro scientifico sui rischi da prodotti genetici anti-COVID-19

Sono lieto di segnalare che è stato appena pubblicato in “Preprint” l’articolo “Autoimmune Inflammatory Reactions Triggered by the COVID-19 Genetic Vaccines in Terminally Differentiated Tissues” (Reazioni infiammatorie autoimmuni innescate dai vaccini genetici COVID-19 nei tessuti completamente differenziati).

Esso è frutto di una collaborazione internazionale di un gruppo di ricercatori statunitensi, greci, tedeschi, giapponesi e italiani (tra cui il sottoscritto): Panagis Polykretis, Alberto Donzelli, Janci C. Lindsay, David Wiseman, Anthony M. Kyriakopoulos, Michael Mörz, Paolo Bellavite, Masanori Fukushima, Stephanie Seneff e Peter A. McCullough

Ecco la traduzione del riassunto:
A seguito della diffusione del SARS-CoV-2, è stata dichiarata una pandemia globale. La vaccinazione indiscriminata contro il COVID-19 è stata estesa per includere gruppi di età e persone naturalmente immuni anche se avevano un rischio minimo di subire gravi complicazioni dovute al COVID-19. Solide prove immuno-istopatologiche dimostrano che i cosiddetti vaccini genetici COVID-19 possono avere una distribuzione fuori bersaglio nei tessuti già maturi e differenziati, innescando reazioni autoimmuni. Questi includono il cuore e il cervello, che possono incorrere nella produzione in situ della proteina Spike, provocando una forte risposta infiammatoria e autoimmune. Poiché ogni cellula umana che sintetizza antigeni non-self diventa inevitabilmente il bersaglio del sistema immunitario, e poiché il corpo umano non è un sistema strettamente compartimentato, sarebbero necessari accurati studi di farmacocinetica e farmacodinamica per determinare con precisione quali tessuti possono essere danneggiati. Pertanto, il nostro articolo si propone di attirare l'attenzione delle comunità scientifiche e delle autorità regolatorie sulla necessità critica di studi di biodistribuzione per i vaccini genetici contro COVID-19, nonché di valutazioni razionali del rapporto danno-beneficio per le diverse fasce di età.

Ed ecco la conclusione (dopo una trattazione ben documentata con bibliografia recentissima):

Alla luce delle innegabili prove di distribuzione fuori bersaglio, la somministrazione di vaccini genetici contro COVID-19 dovrebbe essere interrotta fino a quando non verranno eseguiti accurati studi di farmacocinetica, farmacodinamica e genotossicità, oppure dovrebbe essere effettuata solo in circostanze in cui i benefici superano di gran lunga i rischi.

Il testo originale del Preprint è scaricabile dal sito https://www.preprints.org/manuscript/202303.0140/v1