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UNO SCOPO LOSCO È un fatto accertato che i sieri genici in com | RadioFogna

UNO SCOPO LOSCO
È un fatto accertato che i sieri genici in commercio, non immunizzano, chi li assume rimane contagiabile e contagiante; che le terapie intensive vedono la presenza numerosa di soggetti che hanno fatto anche la terza inoculazione; che questi prodotti medicinali contengono sostanze altamente pericolose come il grafene o sostanze come l’ALC-0159 non destinate ad uso umano, come anche strani segmenti che fanno pensare ad una finalità di mappatura sociale.
È un fatto altrettanto noto che questi prodotti medicinali provocano eventi avversi gravi e anche la morte, come attestato dall’EMA tramite EudraVigilance che indica più di 35 mila morti ad oggi.
L’OMS dal canto suo, con il suo ultimo rapporto del 22 novembre 2021, a fronte di 122 mila eventi avversi in tutto il mondo derivati dal “Sabin” su un arco di tempo di 52 anni, per quello relativo alla nota e presunta infezione di oggi, e su un arco di tempo di circa solo un anno e mezzo, indica più di 2.500.000 eventi avversi gravi.
Queste cose i noti virologi da televisione cominciano a dirle anche loro temendo il peggio (per loro).
L’aspetto più drammatico è che, per stessa ammissione dei produttori e delle Autorità sanitarie nazionali e internazionali, non si conoscono gli eventi avversi causati da questi medicinali nel lungo periodo.
In una situazione come questa e già da tempo, come hanno fatto altri Stati, si sarebbero dovuti mandare al macero questi prodotti medicinali e fermare questa parossistica e terroristica azione estorsiva e omicidiaria in danno dei cittadini.
Al contrario, il Capo dello Stato nel suo discorso di fine anno si è complimentato con gli assuntori delle magiche pozioni. Sicuramente si complimenterà anche con i genitori di Camilla Canepa. Non potrà farlo personalmente con quest’ultima perché è morta nonostante le scellerate e sconsiderate assicurazioni di Draghi Mario imposto dall’alto (e non mi riferisco solo al Colle più alto ma mi riferisco ai potentati bancari e finanziari stranieri).
Da ultimo, oggi, pare che il governo si accinga ad emanare l’ennesimo Decreto Legge (il Parlamento non conta più una minchia e, per come è composto in larga misura, è anche giusto che sia così) con il quale si impone l’obbligo di assumere le pozioni magiche ai maggiori di anni 50 o 60 (se i primi svolgono ancora attività lavorativa).
In una situazione di questo tipo che evidenzia chiaramente il perseguimento di scopi loschi e come tali inconfessabili, la magistratura tace rigorosamente, salvo poche e lodevoli eccezioni che si possono contare con le dita di una mano.
Ora, io osservo e mi domando: i giudici in Italia non hanno bisogno di coraggio per fare il loro dovere perché nessuno li minaccia e nessuno tenta di limitare la loro autonomia e indipendenza. Tuttavia, come ripeto sovente, molti, troppo giudici sono attratti dalla speranza di generici ed eventuali benefici o di benefici specifici, con la conseguenza che tendenzialmente, e come storicamente è dimostrato, essi tendono a compiacere il “potere” sia esso governativo o di altra natura e provenienza.
Se non vogliono essere anch’essi complici di una serie indefinibile di delitti che vengono commessi, come quelli prima indicati, se ancora il senso del dovere, il senso della morale appartiene loro, cosa impedisce ai giudici di sollevare la questione della incostituzionalità dei provvedimenti in questione a fronte di più di 25 anni di consolidata giurisprudenza costituzionale che contrasta in modo palese con i Decreti Legge emanati dal governo?
Cosa impedisce ai giudici, come ha fatto un meritorio giudice di Padova, chiedere alla Corte di giustizia della UE ex art. 267 TFUE l’interpretazione pregiudiziale che accerti la cessazione di efficacia del Regolamento CE n. 507 del 2006, in presenza ormai di numerose terapie mediche convalidate a livello nazionale e internazionale, onde non si giustifica più quella autorizzazione provvisoria al commercio di prodotti medicinali “sperimentali”?