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Essendone candidato in Liguria, non potevo non porre particola | Mondocane - Fulvio Grimaldi

Essendone candidato in Liguria, non potevo non porre particolare attenzione alla lista “ITALIA SOVRANA E POPOLARE”, la cui denominazione, come viene spontaneo constatare, corrisponde al detto latino “nomen est consequentia rerum”. Più o meno “il nome è l’espressione dei contenuti”. Avendo molto rispetto per la figura apicale della lista “VITA”, Sara Cunial, della quale ho sostenuto anche alcune valide battaglie, ma con il cui seguito ho ideologicamente poco in comune, mi sono impegnato a illustrarne gli aspetti. Pur parte di un valido programma complessivo, non mi paiono significativi e, tanto meno, incisivi, nella lotta contro chi ci minaccia con il suo presente distruttivo e un futuro distopico.
C’è, anche qui già racchiuso nel nome della lista, un profumo di New Age, una visione prepolitica dei rapporti di forza e delle condizioni obiettive, di ciò che al sistema fa male e di ciò con cui il sistema convive benissimo. L’idea di creare delle isole felici, separate dallo Stato, da tutto il contesto dal quale solo categorie minoritarie di chi se lo può permettere, possono pensare di fuggire, lasciando agli altri, senza i mezzi per crearsi i loro “ecovillaggi”, o le loro scuole parentali, l’urto, il rischio e il sacrificio dello scontro, è idea insieme aristocratica e illusoria. La Storia ne ha già dimostrato la fallacia nelle fasi epigonali delle grandi sollevazioni del secolo scorso
Per aver dilagato su questo tema, ho superato i limiti di tempo concessi all’intervista e ho dovuto restringere i commenti a ITALEXIT di Gianluigi Paragone, terza forza suscettibile di arrivare a destinazione, anche in virtù di una maggiore visibilità che politica e media danno al collega giornalista e parlamentare.
Con i fasci?
In fondo, tuttavia, avrei avuto poco da aggiungere ai rilievi che, non solo da me, ma da una larga parte dell’opinione pubblica libera, sono mossi a questa lista. Anche perché di unitario ha eminentemente una contraddizione. Quella di un capo politico che per mesi ha proclamato la sua autosufficienza, con relative espressioni di sufficienza nei confronti di tutti gli altri, per poi, alla resa dei conti, anzi delle firme, aver prima guadagnato e poi perso l’alleanza con i parlamentari ex-grillini di “ALTERNATIVA”.
Causa dichiarata per la separazione, dagli amici di Pino Cabras, l’inclusione tra i capilista di elementi di Casa Pound, la forma esplicita di un’ideologia che nell’opposizione parlamentare del centrodestra rimane implicita. Alleanza non rinnegata da Paragone, ma che, anzi, vedrebbe un ulteriore rafforzamento nella vociferata candidatura per Italexit dell’ex-sindaco di Roma, Gianni Alemanno, pregiudicato (“Mondo di mezzo”), ma convinto assertore delle consociazioni di cui ora Paragone si è reso fautore. Sento odore di affinità sistemiche? E, con in squadra i camerati dei teppisti della sede della CGIL, fetore di servizi, di cui i fascisti sono l’eterna manovalanza.?
Sopra tutto contro la guerra e chi ne campa
Tra i motivi della mia scelta per ITALIA SOVRANA E POPOLARE e, al suo interno, per “ANCORA ITALIA”, forse il più decisivo è la specificità anti-guerre della lista e di quel partito. Nessuno dovrebbe fare fatica a constatare come ci si trovi in un mondo che, oltre a essere gestito da una conventicola di gangster ultramiliardari con il fine di ridurci a impotenza e miseria materiale, morale e culturale, meni avanti le sue operazioni con lo strumento della guerra, dei massacri finalizzati alla depopolazione, del caos.