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Si dice che la crescia di Pasqua abbia avuto opera delle monac | Le Marche

Si dice che la crescia di Pasqua abbia avuto opera delle monache del monastero anconetano di Santa Maria Maddalena di Serra de' Conti e che il nome crescia (con cui è conosciuto in tutto il territorio marchigiano) faccia semplicemente riferimento alla notevole "crescita" dell'impasto, ovvero al processo di lievitazione, durante la cottura in forno].

Le notizie più antiche sulla preparazione della crescia di Pasqua si trovano in un ricettario scritto dalle monacge in epoca medievale  e risalente al 1848, intitolato Memorie delle cresce di Pasqua fatte nel 1848 e, più tardi, in un ricettario anonimo lauretano del 1864 intitolato Il cuoco delle Marche

Secondo la tradizione religiosa la crescia di Pasqua dovrebbe essere preparata il Giovedì o il Venerdì santo per poter essere mangiata solo a Pasqua, terminato, cioè, il periodo di digiuno e di astinenza dettato dalla quaresima.

Una volta pronta, poi, si era soliti portare la crescia di Pasqua in chiesa, affinché venisse benedetta assieme agli altri cibi da consumarsi il giorno di Pasqua.