COSA SIGNIFICA ESSERE UN EREMITA OGGI? (VIIII - EL ANCIANO) | Katia Toninelli - Sulla soglia tra cielo e terra.

COSA SIGNIFICA ESSERE UN EREMITA OGGI? (VIIII - EL ANCIANO)

La morte sociale è l'iniziazione cui si sottopone l'Eremita, la decostruzione dell’edificio della personalità, la distruzione dell'ego, l'abbandono e l'abbattimento delle convinzioni, dei costumi, del pensare e del sentire comuni.

L'Eremita si sveste di tutti i condizionamenti dell'opinione pubblica... che è un po' il nuovo fantasma dei nostri tempi, una contraddizione in termini, perché l'opinione non può essere che personale.

Far credere che vi sia un parametro di giudizio fondato sul pensiero comune è una violenza carnale e profonda nei confronti del sé, l'unicità del Sé impone la differenziazione... ma la maggior parte della gente vuole invece rientrare nei parametri dei giudizi comuni, in modo tale da non sentirsi escluso.

Per poter arrivare alla propria unicità l’individuo deve avere il coraggio di svestirsi di ogni sovrastruttura, non è una questione di ribellione, è una necessaria sospensione per ripartire interamente da se stessi. Ma questa presa di distanza è momentanea perché semplicemente serve poi per tornare alla vita in maniera completamente nuova.

Se si protrae indefinitamente la scelta, l’isolamento dell'Eremita può rischiare di non essere più revocabile e di condannarlo ad un’esclusione senza appello, ad un abbandono senza possibilità di ritorno. Non sarebbe infatti veramente libero se non potesse tornare indietro, se rimanesse prigioniero dell'isola che ha scelto.

Vuole togliersi i vestiti che gli hanno affibbiato non per rimanere nudo ma per scegliere i vestiti che lo aggradano. E guai a mascherare, dietro la scusa dell’elevazione spirituale, la paura di confrontarsi o di distinguersi... nessuna battaglia è mai stata vinta abbandonando il campo.

Scegliere di essere un Eremita tra la folla è sicuramente molto più difficile, che esserlo tra i Monti, ma questa è la sua vera sfida.

Ti aspetto,
Katia