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Notizie dai giornali sulla fede e religione cattolica. Per comunicazioni: Cattolicibot@yahoo.com

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Gli ultimi messaggi 28

2021-09-16 01:08:14 Ma in questa «autocreazione» e, di conseguenza, in questa rinuncia all'idea della creazione, c'è anche la perdita della grandezza dell'uomo, della sua dignità «che è al di sopra di ogni pianificazione». Una rinuncia alla propria natura di «figli di Dio», che, in qualche modo, ricorda la rinuncia da parte dell'Europa delle proprio radici cristiane, a suo tempo così duramente condannata da Benedetto XVI. E ora, dopo aver ridotto i propri popoli a pura espressione economica, Bruxelles sembra puntare ad appiattire i propri cittadini alla semplice dimensione di prodotto commerciale, dalla culla alla tomba.
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2021-09-16 01:08:13 Ratzinger, siluro sulle nozze gay: "Contro le culture dell'umanità". Siluro anche contro Papa Francesco?

Maurizio Zottarelli

La notizia forse non troverà molta eco sulla stampa progressista. Ma quella che è uscita ieri dalle stanze vaticane è un'esplosione che risuona fragorosa sul dibattito di fine estate che sonnecchia ancora intorno al ddl Zan e sull'europarlamento che chiede che le nozze gay siano riconosciute in tutta Europa. «Il concetto di matrimonio omosessuale è in contraddizione con tutte le culture dell'umanità che si sono succedute sino a oggi, e significa dunque una rivoluzione culturale che si contrappone a tutta la tradizione dell'umanità sino a oggi». A scriverlo è il Papa emerito Benedetto XVI che torna a far sentire la sua voce, proprio sul tema delle nozze gay, con un testo inedito, consegnato lo scorso aprile e intitolato "Rendere giustizia di fronte a Dio del compito affidatoci per l'uomo", inserito in un volume pubblicato da Edizioni Cantagalli, La vera Europa Identità e Missione, in uscita domani.

BERGOGLIO CONFERMA - Parole che più nette non potrebbero essere, proprio mentre in molti forse auspicavano, tra una tiratina di tonaca pontificia e l'altra, che il Papa sostenesse in qualche modo la battaglia dei diritti omosessuali. Invece, va detto che il volume, curato e tradotto dal professor Pierluca Azzaro (curatore dell'opera omnia di Ratzinger), a scanso di equivoci, vede anche la prefazione di Francesco. Un messaggio chiaro e forte, quindi, dal ritiro di Mater Ecclesiae, con Benedetto XVI lancia un ultimo accorato appello affinché l'Europa riscopra e riaffermi la sua vera origine e identità che l'hanno resa modello di bellezza e umanità. «Il tema matrimonio e famiglia ha assunto una nuova dimensione che non si può certo ignorare», scrive Benedetto XVI. «Si assiste a una deformazione della coscienza che evidentemente è penetrata profondamente in settori del popolo cattolico».

Benedetto XVI sottolinea che nei secoli anche nelle diverse culture non è mai stato messo in dubbio il «fatto che l'esistenza dell'uomo - nel modo di maschio e femmina - è ordinata alla procreazione» e che «la comunità di maschio e femmina e l'apertura alla trasmissione della vita determinano l'essenza di quello che è chiamato matrimonio». Proprio nel giorno in cui gli eurodeputati chiedono l'accettazione da parte di tutti gli Stati membri di ogni tipo di matrimonio e di famiglia, Ratzinger riporta la questione nei confini originari del rapporto tra uomo e donna e di procreazione. Anzi, secondo Benedetto XVI, la frattura si è verificata con l'introduzione della pillola anticoncezionale che ha reso «possibile in termini di principio la separazione tra fecondità e sessualità». Un passaggio che ha trasformato la coscienza degli uomini, aprendo la via alla equiparazione di ogni forma di sessualità, a una fecondità senza sessualità e, di conseguenza alla «creazione dell'uomo razionalmente». Una posizione strumentale, secondo il Papa emerito, che minaccia di mettere a rischio l'uomo stesso. Al punto da indurre Benedetto XVI a parlare della necessità di una «ecologia» che protegga l'umanità. In un'epoca di massima attenzione al pianeta e ai suoi abitanti, l'unica natura che rischia di essere travolta, paradossalmente, è proprio quella dell'uomo. «Anche l'uomo possiede una natura che gli è stata data, e il violentarla oil negarla conduce all'autodistruzione» scrive Ratzinger. «Proprio di questo si tratta anche nel caso della creazione dell'uomo come maschio e femmina, che viene ignorata nel postulato del matrimonio omosessuale».

DALL'INIZIO ALLA FINE - Un pericolo autodistruttivo che Benedetto XVI rileva lucidamente anche nel perseguimento di una morte pianificata e calcolata. «In questo senso, la crescente tendenza al suicidio come fine pianificata della propria vita è parte integrante del trend descritto». Insomma, o l'uomo è creatura di Dio, è immagine di Dio, è dono di Dio, oppure l'uomo è un prodotto che egli stesso crea.
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2021-09-14 11:44:35 A proposito del Vangelo di ieri, navigando ho trovato una lettera (del 2009) di un sacerdote, che scrive per una "correzione fraterna" ad un altro consacrato e tra le riflessioni c'è ne una che fa riferimento al Vangelo del centurione. Ecco:

UN SACERDOTE SCRIVE A UN ALTRO SACERDOTE A PROPOSITO DI GUERRA E POSIZIONI POLITICHE: IL NOSTRO DOVERE E' ESSERE PRETI DI TUTTI

di don Achille Passalacqua

Caro don Giorgio De Capitani, vorrei, attraverso Avvenire, indirizzarti questa lettera aperta, in ordine alle tue recenti dichiarazioni nei confronti dei nostri caduti a Kabul. Io sono un sacerdote siciliano di 53 anni, amo la pace e non mi piace la guerra.
Per principio. Ma leggendo le tue parole di odio e di disprezzo ('mercenari') verso gli uomini in divisa morti in Afghanistan, ho sentito il bisogno di ricordarti che noi preti siamo nella Chiesa, per il mondo, la presenza di Cristo: «Dio ama tanto il mondo da mandare il suo Unigenito non per giudicare il mondo ma per salvarlo» (Gv 3,16).
Quando Gesù fu pregato di intervenire per guarire il servo del centurione, poteva dire «È un mercenario, un occupante imperialista». E avrebbe detto il vero. Invece cambiò il programma della giornata e si avviò verso la casa del 'mercenario', anzi guarì il servo (e anche su questo tu al suo posto avresti tenuto un comizio) prima di giungere a destinazione.
Ancora oggi, nella Messa, prima di accostarci alla Comunione riecheggiamo le parole del centurione «non sono degno che tu entri nella mia casa, di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito». Alla fine il militare nemico del popolo si beccò un encomio solenne «hai una fede grande grande».
Nel Vangelo il mercenario è la fotocopia del Pastore. Mentre questi conosce, ama e nutre tutte le sue pecore, fino a dare la vita per salvarle dai lupi, il mercenario scappa, perché non gli importa nulla delle pecore (cfr. Gv 10). Caro fratello, non si può essere pastori, selezionando nel gregge i giusti (quelli che votano chi piace a te) e tutti gli altri: questo compete al Signore Gesù nel giorno del giudizio (cfr. Mt 25). Altrimenti rischi di diventare tu il mercenario a cui interessano solo 'alcune' pecore, disprezzando e oltraggiando al contempo tutte le altre che non la pensano come te.
La libertà dei figli di Dio ti consente, se lo vuoi, di fare il tribuno, il sindacalista, il no global, ma non ti consente di disprezzare, da prete, nessuno dei tuoi fratelli, il loro dolore, la loro dignità, il loro bisogno di costruire un futuro seppur rischiando la vita, come fanno i militari, non solo quelli di Kabul, ma tutti quelli che con una divisa proteggono te, la tua libertà, la tua professione di fede per uno stipendio di fame.
Il mio fraterno amico Pino Puglisi sapeva cosa rischiava, ma cercò fino all’ultimo di dialogare perfino coi mafiosi, per spiegare loro il male che facevano, principalmente ai loro figli. Non se ne stava a chattare, linkare, bloggare, youtubare, ma come don Mazzolari «voleva bene anche a Giuda» e ogni giorno «faceva qualcosa» per il suo gregge.
Mai una parola di odio, mai un filo di rancore verso chi ogni giorno gli faceva sapere che era sgradito, sempre benedicendo e mai maledicendo nessuno. E la mafia lo uccise. Era un mercenario? No, riscuoteva il tuo stesso stipendio dall’8 per mille ed era sempre pieno di debiti per aiutare il prossimo. Se l’è cercata? No, ma ha accettato con l’amore di Cristo Sacerdote i colpi di pistola di Cosa nostra. Non era un 'prete scomodo', era un 'prete vero'. E tu? Fraternamente.
17 viewsedited  08:44
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2021-09-13 16:41:38

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2021-09-12 13:36:33 Ave Maria
Carissimi, pubblico il link a questo articolo di cui ho parlato in una recente omelia. Lo trovo fatto molto bene ed è molto chiaro. Mi permetto solo di segnalarvi questo: condivido ciò che viene scritto, ma non il punto 5 paragrafo 2. A mio giudizio, proprio per tutto quanto scritto sopra e per tutto quanto vi ho spiegato nelle omelie, non si possono ammettere eccezioni. Certo, è un momento molto difficile, per molti di grandissima sofferenza, ma, credo che per chi riconosce vere le cose scritte nell'articolo, non possa per nessuna ragione scendere a compromessi. Ovviamente è solo il mio parere, ma onde evitare equivoci, ho preferito puntualizzarlo. Dio ci Benedica e la Vergine ci protegga!
Padre Giorgio Maria Farè

https://lanuovabq.it/it/feti-abortiti-e-vaccini-le-verita-dimenticate
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2021-09-11 22:49:06 LGBT Scozia

Il governo scozzese ha anche chiesto ai suoi 8.000 dipendenti pubblici di "impegnarsi per includere tutti i pronomi nelle loro comunicazioni, inclusi i pronomi gender fluid". Come se non bastasse, la Scozia permetterà ai bambini di quattro anni di cambiare il loro nome e genere a scuola senza il consenso dei loro genitori. 
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2021-09-11 20:25:04 Critica il ddl Zan, insegnante di religione trasferito"

si parla della situazione in Italia in vista dell'approvazione della legge Zan che toglierà il diritto di parola anche nel nostro Paese.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29-07-2021:
Ddl Zan o non ddl Zan, nel nostro Paese è già rischioso - pure sotto il profilo lavorativo - esporsi contro la legge arcobaleno e, in generale, le rivendicazioni Lgbt. E anche un post su Facebook può costare caro. Lo prova la vicenda di Piergiorgio Dellagiulia, 46 anni, professore di religione cattolica presso l'Istituto Statale Velso Mucci di Bra (Cuneo), il quale, suo malgrado, si è ritrovato protagonista di una vicenda che ha del surreale.
Sì, perché questo insegnante non ha fatto nulla verso i suoi allievi o nelle sue aule che contrasti col suo ruolo di insegnante di religione (cattolica) o la sua etica professionale. Al contrario, si è limitato, in particolare su un gruppo Facebook molto letto dai cittadini braidesi, a condividere degli articoli critici sul ddl Zan; il che non solo è consentito, ma risulta perfettamente in linea sia con gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, sia con la stessa posizione della Santa Sede, formulata nero su bianco con la nota diplomatica al Governo italiano dello scorso 17 giugno.
Ebbene, solo per questo, per essersi cioè esposto sui social contro il ddl Zan ancora lo scorso aprile, Dellagiulia è stato inondato di critiche. Fin qui tutto normale, dato che a prendere le distanze dai cosiddetti "diritti civili", come noto, si rischiano anche via social le proteste dei paladini del «love is love». Il punto è che a tali prese di distanza dall'insegnante di religione si è accodato, dalla pagina Facebook dell'Istituto, addirittura il preside della scuola superiore, il professor Gianluca Moretti. Lo scorso 15 aprile, il dirigente ha infatti fatto pubblicare un post dove, ricordato l'articolo 3 della Costituzione - mai messo in discussione da nessuno, tanto meno dal professore di religione -, si è messo nero su bianco che «il nostro istituto prende apertamente le distanze da opinioni espresse da un nostro Dipendente, a titolo strettamente personale». Insomma, Dellagiulia è stato scaricato pubblicamente dalla scuola per le sue idee.
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2021-09-11 11:39:55
"Loro" ricordano queste vittime sacrificali in questo modo, con l'Oculus, un lucernario retrattile che apre l'11 settembre di ogni anno, alle 10.28 per 102 minuti, la durata dei finti attacchi terroristici.

Lo spazio è inteso come simbolo della vulnerabilità e della resilienza...

L'Oculus è un memoriale e un hub di transito per 250.000 pendolari.

Noi, le vittime di quel maledetto giorno, dirette ed indirette, le ricordiamo nelle nostre preghiere, non con simboli e riti massonici.


L'Ancora L'Ancora Chat
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2021-09-10 17:03:43 FRANCIA, LA GRANDE SOSTITUZIONE E' ORMAI IRREVERSIBILE: L'ISLAM HA LA STRADA SPIANATA

Gli immigrati stanno sostituendo la popolazione nativa... 
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2021-09-10 01:24:48 Cassazione, la sentenza: "Sì al crocifisso in aula, non è un atto discriminatorio"

L'affissione del simbolo "al quale si legano, in un Paese come l'Italia, l'esperienza vissuta di una comunità e la tradizione culturale di un popolo non penalizza il docente dissenziente per causa di religione"

L'affissione del crocifisso nelle aule scolastiche "al quale si legano, in un Paese come l'Italia, l'esperienza vissuta di una comunità e la tradizione culturale di un popolo - non costituisce un atto di discriminazione del docente dissenziente per causa di religione". E' quanto si legge in una sentenza depositata oggi dalle sezioni unite civili della Cassazione
La questione esaminata riguardava la compatibilità tra l'ordine di esposizione del crocifisso, impartito dal dirigente scolastico di un istituto professionale statale sulla base di una delibera assunta a maggioranza dall'assemblea di classe degli studenti, e la libertà di coscienza in materia religiosa del docente che desiderava fare le sue lezioni senza il simbolo religioso appeso alla parete.
 "L'aula può accogliere la presenza del crocifisso  - si legge nella sentenza 24414 - quando la comunità scolastica interessata valuti e decida in autonomia di esporlo, eventualmente accompagnandolo con i simboli di altre confessioni presenti nella classe e in ogni caso ricercando un ragionevole accomodamento tra eventuali posizioni difformi". 
Per i giudici dunque "il docente dissenziente non ha un potere di veto o di interdizione assoluta rispetto all`affissione del crocifisso, ma deve essere ricercata, da parte della scuola, una soluzione che tenga conto del suo punto di vista e che rispetti la sua libertà negativa di religione". Non è stata  accolta la richiesta di risarcimento danni formulata dal docente, in quanto, scrivono i giudici, "non si è ritenuto che sia stata condizionata o compressa la sua libertà di espressione e d insegnamento".
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