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Ultimamente tanto si chiacchiera di NEVE IN PIANURA, elfi, fol | Centro Meteo Lombardo

Ultimamente tanto si chiacchiera di NEVE IN PIANURA, elfi, folletti, unicorni ed altre creature fantastiche. Ma come nasce (e come muore) una previsione di nevicate a quote padane?
Segue qualche (s)punto esplicativo, mai esaustivo. Buona lettura.

SUB NIVE QUOD TEGITUR, DUM NIX PERIT, OMNE VIDETUR

1) LE PRECIPITAZIONI
Potrebbe sembrarvi un’ovvietà, ma senza precipitazioni difficilmente può nevicare. E se le idrometeore sono deboli e/o intermittenti, possono pregiudicare la consistenza della nevicata in termini di accumulo (leggi: solo coreografia).
Parlando di neve al piano il primo, fondamentale ed imprescindibile fattore da quantificare è sempre e comunque la quantità e la distribuzione delle precipitazioni nello spazio e nel tempo. Questa valutazione, da sola, rappresenta il 75% della previsione, sicché l’ampia maggioranza degli errori previsionali – specie nel medio-lungo termine – hanno radici nell’errore di (sovra)stima dei millimetri equivalenti precipitabili.

2) ARIA DI MEDIA QUOTA (500m -> 2000m)
Requisito fondamentale per l’avvento di neve al piano è, giocoforza, una perturbazione che si inserisca in un catino d’aria padana sufficientemente fredda alle medie quote (d’inverno, di solito, a parte bizzarre eccezioni tardo-autunnali tipo la rovente libecciata di venerdì scorso, sopra i 2000 metri queste condizioni sono sempre verificate). In questo strato è importante analizzare l’eventuale infiltrazione d’aria umida a temperatura positiva dai quadranti meridionali e/o sud-orientali.
Per assurdo, un contesto generale ampiamente sottozero, dapprima favorevole alla caduta del fiocco fino a bassa quota, può essere vanificato dal successivo scorrimento d’aria mite (+1/+2°C) attorno ai 1500-1800m slm, con esitazione in pioggia (che poi, localmente, può congelare al suolo). E’ capitato più volte nei recenti inverni.

3) ARIA DI BASSA QUOTA (<500m)
Il fiocco di neve è una creatura affascinante quanto delicata. Non sopravvive – se non per poche decine di metri – quando immerso in aria satura d’umidità a temperatura positiva. Immaginate quindi l’importanza di studiare il contesto termo-igrometrico degli ultimi 200/300/400 metri di troposfera, ultima fatica di viaggio dei cristalli di ghiaccio, che per imbiancare il paesaggio devono conservarsi tali al traguardo del terreno.
La valutazione del contesto di bassa quota richiede sopraffina esperienza previsionale, perché l’orografia alpino-appenninica e persino quella padana (anche la Val Padana è una… valle!) ha un ruolo cruciale nel modellare il calore negli strati prossimi al suolo, con dinamiche assai differenti tra i settori lombardi occidentali e quelli centro-orientali. I più recenti e performanti modelli matematici ad alta risoluzione possono aiutare parecchio in tal senso.

4) TEMPERATURA AL SUOLO
Questo fattore, che i meno avvezzi al tema tendono a sopravvalutare, in realtà ha una importanza marginale sulla natura della precipitazione nevosa, ma ne ha molta in termini di accumulo potenziale.
Abbondanti nevicate padane hanno avuto luogo partendo inizialmente da temperature al suolo diversi gradi sopra lo zero. Viceversa, è capitato piovigginasse a oltranza con temperature padane diffusamente prossime agli 0°C o persino leggermente negative, perché “la partita” si gioca sopra le nostre teste (vedi punti 2-3).
All’audace fiocco di neve, che “sopravvive” fino agli ultimi metri dal terreno, la condizione al traguardo interessa esclusivamente per posarsi senza fondere. Se la nevicata è consistente, è la fusione stessa di parte dei fiocchi ad abbattere la temperatura di superficie quanto basta per il candore. Un eccesso di calore in prossimità del suolo, dunque, determina fatica (o impossibilità) di accumulo.
E’ per questa ragione che, a Milano e dintorni, potentissima isola metropolitana di calore, sbiancare il paesaggio urbano è un lavoro energeticamente mastodontico e quasi sempre necessita di importanti irruzioni artico-continentali, che predispongano un sufficiente letto-freezer alla Dama Bianca.