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'Devo dire sinceramente che ho sempre provato un enorme fastid | le città sono di chi le abita

"Devo dire sinceramente che ho sempre provato un enorme fastidio per l'occupazione degli spazi pubblici da parte delle merci», continua Revelli, «Questa intrusione massiccia, diffusa, capillare delle merci negli spazi che dovrebbero essere riservati ad utenti e viaggiatori. Si sono costruiti dei percorsi di guerra, all'interno di veri e propri labirinti, nei quali chi vuole arrivare al treno deve pagare il pedaggio di un lungo percorso di boutique, banchetti, offerte. È la logica del serpentone dell'autogrill»

Per Revelli «la stazione è lo specchio della società in cui viviamo e ne riproduce, nella sua struttura, la polarizzazione. Il confronto tra la città forte e quella fragile, contigue senza guardarsi in faccia. Una forbice completamente aperta tra il polo del lusso e il polo della miseria. Due estremi che in una società che si avvicini a un'idea di giustizia avrebbero dovuto rappresentare delle minoranze e che invece oggi sono diventati invasivi e visibilissimi. La stazione è un'autocelebrazione di un mercato esclusivo ed escludente, così com'è nello spirito del tempo. Le merci sono griffate, ci sono i grandi marchi, a rappresentare un'eccellenza esclusiva e sono sparse come pietre d'inciampo per chi non può permettersi quegli acquisti. Una società che offre, anche se a pochi, la bellezza e il lusso. Unica prerogativa: avere il denaro necessario. In fin dei conti sono dei monumenti al valore del denaro». http://www.vita.it/it/article/2021/09/08/mercato-centrale-milano-lo-specchio-triste-di-una-citta-che-si-sta-per/160346/