Get Mystery Box with random crypto!

Da più parti mi viene segnalata una generale indignazione per | Wu Ming Foundation

Da più parti mi viene segnalata una generale indignazione per il regolamento delle case popolari a Fidenza e la sua "patente a punti" (vedi qui, per es: https://www.osservatoriorepressione.info/comune-fidenza-introduce-la-patente-punti-le-case-popolari/ ).

Ne avevo scritto (leggasi: "ve lo avevo detto") nel 2019 ne La buona educazione degli oppressi (ed. Alegre), alle pagine 18 e 19:

«[...] applicare la meritocrazia sul corpo delle classi inferiori significa modulare il welfare in modo disciplinare, educando il povero a meritarsi le prestazioni sociali, ponendolo cioè in condizione di dover convincere le autorità a concedergli qualcosa, non potendo esercitare alcun diritto. Siccome poi molti poveri non ce la fanno proprio ad assumere la parte dell’umile vergognoso, perché la povertà è una situazione già molto onerosa da portare, la selezione meritocratica del buon povero consentirà anche la complessiva riduzione della platea di chi riceve prestazioni di welfare, realizzando quello che è poi lo scopo principale di tutta l’operazione, conforme al dogma neoliberale di taglio della spesa pubblica. Un esempio chiarisce assai bene questa dinamica, riconducendoci peraltro al tema del decoro. Cinque comuni del parmense, variamente amministrati (Lega, civici e sinistra), introducono dal 2019 la «patente a punti» per le case popolari. Se gli assegnatari o i loro famigliari si mostrano indisciplinati, contravvenendo al regolamento condominiale in modo anche trascurabile, con violazioni come fumare o bere alcolici in spazi comuni o parcheggiare male, i punti vengono scalati e, di penalità in penalità, si arriva fino alla revoca dell’assegnazione; se invece sono decorosi inquilini modello, ottengono qualche punticino in più.

Dall’applicazione di questo semplice regolamento, deliberato da amministratori di paese, risulta una completa distorsione del sistema normativo e sanzionatorio vigente, che diventa compiutamente castale: chi ha una casa di proprietà se la cava – per un brutto parcheggio – eventualmente con una multa, o con un bel niente nel caso di una birretta in giardino (perché poi dovrebbe essere sanzionata?); chi abita in una casa popolare rischia, col ripetersi di presunte violazioni di questo tipo, lo sfratto.

L'applicazione di un regolamento di questo tipo è una macchina che produce odio e delazione tra i vicini, e che devasta i rapporti famigliari, per esempio rendendo gravi (per le smisurate conseguenze) comportamenti innocenti, che risulta persino difficile chiamare trasgressivi, di figli adolescenti. Poi magari quegli stessi figli, a scuola, si devono sorbire incontri con sedicenti educatori che spiegano come difendersi dagli haters sui social, quando invece è la società in cui vivono a essere governata da fomentatori d’odio.»