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Ci siamo imbattuti casualmente in un cliccatissimo post social | Weltanschauung Italia

Ci siamo imbattuti casualmente in un cliccatissimo post social dove si definiva Michela Murgia "una delle più grandi intellettuali del nostro tempo". Una affermazione incommentabile.
Non solo, anche i suoi "avversari" si inchinano e la lodano, perché se si sta male allora si diventa automaticamente più bravi e simpatici.

Giorgio Gaber che non aveva simpatie per Aldo Moro, quando questi fu ucciso scrisse un pezzo in cui affermava:

"Ma io se fossi Dio
Non mi farei fregare da questo sgomento
E nei confronti dei politicanti sarei severo come all'inizio
Perché a Dio i martiri
Non gli hanno fatto mai cambiar giudizio
E se al mio Dio che ancora si accalora
Gli fa rabbia chi spara
Gli fa anche rabbia il fatto che un politico qualunque
Se gli ha sparato un brigatista
Diventa l'unico statista
Io se fossi Dio
Quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio
C'avrei ancora il coraggio di continuare a dire
Che Aldo Moro insieme a tutta la Democrazia cristiana
è il responsabile maggiore
Di vent'anni di cancrena italiana
Io se fossi Dio
Un Dio incosciente, enormemente saggio
C'avrei anche il coraggio di andare dritto in galera
Ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora
Quella faccia che era"

Ed è giusto che sia così.
Scrivere oggi che la Murgia, dopo tutte le banalità e l'odio da lei profuso (tra le ultimissime anche "vado spesso in ospedale e non mi sento sicura con i medici non vaccinati che mi possono contagiare"), è stata tutto sommato una avversaria colta e leale è davvero ipocrita.

Nessuno le augura il male o la sofferenza, ma la Murgia resta "quella faccia che era", indifferentemente dal suo stato di salute.
E questo discorso vale per tutti.

WI