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I portuali di Trieste e il corteo pacifico che non piace al mainstream
La bora, che negli ultimi giorni ha sferzato le finestre, i cortili, le vele della Barcolana e i cappotti da poco riesumati, è stata clemente con i cittadini che hanno preso parte al
corteo di Trieste.
Non che il vento li avrebbe fermati, certo. Non sarebbe bastato il vento di bora come non sono bastati lo scherno, l’etichetta di fascisti e facinorosi, e lo sdegno di chi, qualche volta, durante i precedenti cortei nella città giuliana, è rimasto a guardare dalla finestra, o più spesso è rimasto in casa dopo aver però avuto cura di appendere al davanzale striscioni che recitavano “Vaccinatevi tutti”, “Sì green pass”, “Il vaccino rende liberi”. Perché nelle settimane che hanno preceduto il “corteo dei portuali” c’è stato anche questo. Anche se la maggioranza, in questa città di confine, tanto raffinata quanto verace, casa di duecentomila abitanti, sembra riversarsi nelle strade, armata di