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Egregio Rettore Rosario Rizzuto, mi chiamo G.S. e sono una st | Comunicazioni Padova - SCGP e Fuori Perimetro

Egregio Rettore Rosario Rizzuto,

mi chiamo G.S. e sono una studentessa che sta per iniziare il secondo anno di Scienze Psicologiche dello Sviluppo, della Personalità e delle Relazioni Interpersonali.

Ho letto con attenzione la Sua mail sulla ripresa delle attività didattiche e la più recente con le Linee di Indirizzo Guida per il presente anno accademico 2021/2022. Quello che mi spinge a scrivere questa mail è una Sua frase nella Sua mail sulla ripresa delle attività didattiche che condivido pienamente: “ […]

e per questo abbiamo il dovere di ripristinare la pienezza della formazione e della vita universitaria. Vogliamo rivedervi tutti di nuovo in città.” Purtroppo la situazione attuale in università riguardo al green pass non coincide, per ora, con quest’ultima frase .

Io non desidero vaccinarmi per i seguenti motivi: secondo i resoconti dell’ EMA sui vaccini autorizzati, le sperimentazioni sono ancora in corso e gli effetti a lungo termine non sono ancora conosciuti e l’AIFA conferma questa notizia. Inoltre, come ho iniziato a studiare, sembrerebbe esserci una correlazione tra la somministrazione dei vaccini e la diminuzione dei contagi e di conseguenza dei ricoveri e dei decessi, ma non vi è ancora una conferma dal punto di vista scientifico di una relazione causa-effetto tra questi due eventi, di fatto troppo presto per essere stabilita, perché le sperimentazioni sono ancora in corso.

Guardando sul sito dell’ AIFA e il resoconto più recente della Farmacovigilanza sulle reazioni avverse, data 26.07.2021, le reazioni avverse nel breve periodo, non conoscendo quelle eventuali nel lungo periodo, avvengono con una frequenza maggiore di una persona su dieci, per la maggior parte di entità lieve o moderata. Ma chi mi garantisce che a causa della somministrazione del vaccino io non abbia degli effetti gravi che potrebbero ledere il mio futuro?

Chi mi risarcirebbe di eventuali danni? Tra le altre cose, se dal punto di vista scientifico fosse stata assicurata l’alta percentuale di sicurezza e di efficacia dei vaccini, per quali motivi non vengono resi obbligatori, con la conseguente assunzione di responsabilità in caso di effetti collaterali?

Per tutti questi motivi, per il momento e fino a quando la sperimentazione non sarà portata a termine ,non mi sento sicura nel farmi somministrare il vaccino.

Ma ciò che mi spaventa davvero è altro. La mia libertà di poter accedere alle strutture universitarie in presenza mi viene negata di fronte alla mia libera e informata scelta di non vaccinarmi. Questa mia libera scelta, vorrei essere chiara, messa in atto nel rispetto della libertà mia e altrui di sentirsi al sicuro nell’ambiente universitario, quindi con il conseguente mantenimento della mascherina e del distanziamento, comunque previsti. Riguardo a questo discorso ,sempre secondo i resoconti dell’EMA, non è stato confermato che una persona vaccinata non possa diffondere il virus. Di conseguenza il vaccino non è una garanzia per la protezione di tutte quelle persone che sono per vari motivi più a rischio, come per esempio gli immunodepressi.

Allora mi pongo una domanda: se vogliamo essere realmente certi che il virus non si diffonda in università, non dovrebbe essere utilizzato il tampone per chiunque entri in università, essendo l’unico strumento ad alta percentuale di riscontro della presenza del virus?

Inoltre se si dovesse anche considerare l’utilizzo dei tamponi per poter accedere alle strutture universitarie, in base alle condizioni attuali , il tampone diventa uno strumento economicamente limitante per l’individuo, non essendo per ora garantita agli studenti universitari la gratuità di questo servizio, con conseguente peso economico su chi sceglie di non vaccinarsi.

Ho fatto un calcolo approssimativo sulla spesa per i tamponi che si dovrebbe attuare per poter accedere in presenza alle strutture universitarie e per circa 48 giorni di presenza fino al 31 dicembre (conteggiando la possibilità di fare il tampone ogni due giorni ed eliminando dal conteggio weekend e vacanze) la spesa complessiva, al costo attualedei