2022-06-08 16:39:27
Ciaccio: “Dopo la sostituzione a Losanna si è rotto qualcosa, giusta la decisione di Duca” Contenuto:MediaLA CHAUX-DE-FONDS – Ha lasciato l’Ambrì Piotta in punta di piedi dalla porta di servizio, ora Damiano Ciaccio è pronto per una nuova ripartenza in quel di Porrentruy. Dopo essere stato in silenzio per mesi, l’estremo difensore ha parlato a viso aperto e in tutta onestà della fine del rapporto con il club leventinese.Damiano Ciaccio, come stai trascorrendo l’estate, hai ritrovato serenità e tranquillità dopo mesi difficili contraddistinti dall’incertezza?
“Mi alleno duramente al mattino con il mio preparatore personale, mi sono però anche già recato a Porrentruy quattro volte per conoscere il resto del gruppo. Al pomeriggio invece lavoro con mio padre nella sua ditta di pittura, vado pure sui cantieri, in futuro vorrei riprenderla io, vedremo se ne avrò la capacità, nella vita non ricevi nulla gratuitamente. Incertezza? Non direi, la tendenza era chiara a tutti… Specialmente dopo la discussione avuta con il direttore sportivo Paolo Duca si era capito che la mia strada e quella dell’Ambrì si sarebbero divise. In definitiva abbiamo trovato la soluzione ideale, siamo tutti contenti, è la cosa migliore”.L’impressione è che qualcosa sia cambiato dopo quella famosa sostituzione a Losanna (Ciaccio venne richiamato in panchina dopo pochi minuti quando l’Ambrì era in svantaggio 2-0 senza avere colpe sulle reti incassate, Cereda voleva dare un segnale alla squadra)…
“Ero deluso di come fosse andata quella serata, ne ho vissute tante nella mia carriera, non era certo la prima volta che accadeva, ma stavolta non ero d’accordo con la scelta dell’allenatore. Ne discutemmo apertamente dopo la gara, ancora nella notte. Cereda disse la sua, io la mia. Una discussione tra adulti, ma non c’era animosità. A partire da quel giorno non ho più avuto il mio livello, non ho paura a dirlo, d’altronde si vedeva sul ghiaccio”.MediaDopo qualche match in qualità di riserva, complice l’infortunio di Conz disputasti ancora due partite, andarono male e arrivò Juvonen. Cosa provasti?
“Un sentimento di sorpresa. Nessuno m’informò, alla vigilia della sfida contro il Ginevra mi allenai normalmente con Stefan Müller. Il giorno dopo, nel warm-up mattutino prima della partita, arrivai nello spogliatoio e vidi per la prima volta Juvonen. Non ne sapevo nulla. Solitamente, per fare un esempio, se acquisti un nuovo straniero convochi gli altri e in anteprima li informi dell’aumentata concorrenza. Di fronte al fatto compiuto non aveva più senso lamentarsi o discutere a posteriori”.Le grandi prestazioni del portiere finlandese ovviamente ti hanno tagliato fuori definitivamente, quali sono i tuoi pensieri a bocce ferme?
“Alla fine ho detto a Duca che aveva fatto bene a ingaggiarlo, Juvonen ha giocato molto bene, con lui in porta la squadra ha cambiato mentalità e ha alzato il livello. La gente può tranquillamente dire che il trend negativo precedente fosse colpa mia, accetto le critiche e ho la maturità per incassarle. Duca infine mi confidò di non avermi voluto informare prima a causa dell’imminente tradeline. In sostanza scadeva proprio il giorno della firma, se Juvonen non avesse accettato l’offerta secondo Paolo sarebbe stato ancora peggio per me, avrei dovuto giocare pur sapendo che avrebbero voluto ingaggiare un portiere straniero e che dunque ero una scelta di ripiego”.In sostanza si può affermare che tu e il club sopracenerino vi siete lasciati bene?
“Esatto, abbiamo trovato subito una soluzione. Siamo tutte persone mature, è fondamentale avere un dialogo, non siamo solo giocatori rispettivamente dirigenti di hockey, siamo umani. Era importante lasciarsi bene e in sintonia. Da parte mia l’unico rimpianto è di aver appunto perso il livello dopo il match…
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