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Ieri sera sono rientrato tardi dallo studio dopo molte ore di | Dott. Stefano Manera

Ieri sera sono rientrato tardi dallo studio dopo molte ore di lavoro, ho cenato rapidamente e ho appreso che la dottoressa Silvana De Mari era stata radiata.

Ho anche letto dei post vergognosi di alcuni personaggi ributtanti (per giunta medici) che non solo gioivano per questa sentenza, ma lo facevano prendendo in giro la donna e la professionista utilizzando un lessico grezzo e triviale.

Ho sempre bene impresso nella memoria (e lo cito sempre) il processo ad Erri De Luca nel 2015, accusato per le sue opinioni contro la TAV, definita successivamente inutile dallo stesso governo.
Sappiamo bene che la maggior parte dei giornalisti pur di far carriera è da molti anni costretta a dire e scrivere notizie compiacenti, tanto che la libertà di stampa in Italia è solo più un ricordo.
Giornalisti che diventano soubrette e soubrette che diventano giornalisti e non si capisce più nulla.

In questi anni la perdita del diritto di opinione, anche quando espresso da persone competenti e affidabili, è diventata una drammatica realtà.

Nessuno può più esprimere dissenso senza correre il rischio di subire pesanti ritorsioni.

I medici scettici o critici verso la così detta "best practice" o "pensiero comune" o "evidence based medicine" vengono derisi, isolati, trattati come poveri pazzi e talvolta, come in questo caso, radiati.

Viviamo nel paese dei segreti di stato, dove tutto si sa, ma non si deve dire per non pestare i piedi di tizio o di caio.
Ustica, il Cermis, la Moby Prince, Aldo Moro, piazza Fontana, piazza della Loggia, la stazione di Bologna, solo per citare le stragi di stato più note.
In tutte queste vicende, tra loro molto distanti, i comuni denominatori sono da sempre l'omertà e il ricatto: se stai zitto farai strada, se parlerai sarai reso innocuo.

Silvana De Mari può piacere o no, ma ciò che è chiaro è che in questi anni terribili ha curato e salvato vite umane.
Ha curato per decenni tantissimi pazienti con competenza, dedizione e amore.
Silvana De Mari oggi è l'ennesima vittima sacrificale.

E i guappi che scrivono post vergognosi, utilizzando un linguaggio inaccettabile, sono pedine colluse di un sistema ben più complesso che trita chiunque voglia opporsi.
Sono espressione di un dilagante e pietoso leccaculismo, di inciviltà e di scorrettezza abiette.

A noi tutti non ci resta che continuare a combattere per difendere a oltranza il nostro diritto alla piena libertà di pensiero, espressione e autodeterminazione, senza paura e a testa alta.