La passione, così come la sofferenza, sono colonne escatologiche nella storia dell’umanità.
La passione è dolore e sacrificio, quello che nessuno di noi vorrebbe vivere.
Nessuno vorrebbe portare la croce, ma è proprio grazie al modo in cui affrontiamo il dolore inevitabile che scegliamo di vivere nella sofferenza oppure no.
E il contrario di sofferenza è gioia.
È così che riusciamo ad elevare il nostro spirito.
Una delle cause più grandi della sofferenza è vivere il dolore nell’indifferenza, nella violenza morale, nell’egoismo, non essendo visti e accettati.
In questi tre anni molti di noi hanno vissuto tutto questo: la nostra personale passione.
Perdonare non è dimenticare o voltare pagina.
Perdonare è fare in modo che ciò che è stato non possa più influenzare il nostro presente.
Solo così possiamo trasformare la nostra passione.
Solo così possiamo rinascere ed elevarci in esseri evoluti, dando davvero senso a quel sacrificio.
Che questa possa essere autenticamente la Pasqua di tutti noi.
