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Non è difficilissimo immaginare
uno scenario nel quale armi europee impiegate dagli ucraini colpiscano bersagli russi, determinando il comprensibile disappunto del
Cremlino, che pochi giorni fa ha annunciato l’attivazione delle forze nucleari di
Mosca anche per dissuadere i paesi della
Nato dall’interferire con le operazioni in corso in
Ucraina.
La rischiosità deriva non soltanto dalla natura offensiva delle nuove misure adottate in
Europa, ma anche e forse soprattutto dalla circostanza di costringere la
Federazione Russa a reagire per mantenere la credibilità della propria dissuasione.
A
Roma, ad esempio, si preoccupano solo degli effetti che la scelta di fornire aiuti militari all’
Ucraina avrebbe sulla tenuta del regime legale che regola la compravendita internazionale dei materiali d’armamento.
Pochi comprendono come in alcuni frangenti quanto accade possa modificare sensibilmente la sicurezza nazionale
.
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