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Il presidente del Consiglio è intervenuto in Parlamento sulla | Sputnik Italia

Il presidente del Consiglio è intervenuto in Parlamento sulla crisi in Ucraina. Nel suo discorso ha parlato della dipendenza energetica dell'Italia, di un piano di difesa europea e dell'accoglienza ai profughi.

L'Italia deve diversificare le fonti di approvvigionamento, indipendentemente da ciò che accadrà nell'immediato alle forniture di gas russo. È questo l'obiettivo strategico da perseguire, per non essere così dipendenti dalle decisioni di un solo paese. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento in Parlamento sulla crisi in Ucraina.

"Ne va anche della nostra libertà, non solo della nostra prosperità", ha detto Draghi.

Per questo è necessario:

puntare su un aumento deciso della produzione di energie rinnovabili, come nell’ambito del programma Next Generation EU;

continuare a semplificare le procedure per i progetti onshore e offshore;

investire sullo sviluppo del biometano.

Nel frattempo, il gas resterà un "utile combustibile di transizione" e servirà ragionare sia su un aumento della capacità di rigassificazione sia un possibile raddoppio della capacità del gasdotto TAP.

Draghi ha osservato che la guerra in Ucraina ha portato l'Unione Europea ad accelerare il suo percorso di accelerazione di fronte ad una crisi, come già avvenuto durante la pandemia. Nel mostrare il suo sostegno al popolo ucraino, ha preso "decisioni senza precedenti come quella di acquistare e rifornire armi a un paese in guerra", ha specificato.

Adesso l'Europa deve procedere sul cammino della difesa comune, per acquisire un'autonomia strategica complementare all'Alleanza Atlantica.
"La minaccia portata oggi dalla Russia è una spinta a investire nella difesa più di quanto abbiamo fatto finora", ha affermato Draghi.

"Possiamo scegliere se farlo a livello nazionale, oppure europeo. Il mio auspicio è che tutti i paesi scelgano di adottare sempre più un approccio comune. Un investimento nella difesa europea è anche un impegno a essere alleati".

Draghi dedica un passaggio del suo discorso alle politiche migratorie, che andrebbero riviste per accogliere "lo straordinario afflusso di rifugiati che ha già incominciato ad arrivare dall’Ucraina".

"In passato, l’Unione si è dimostrata miope nell’applicare regolamenti datati, come quello di Dublino, invece di adottare un approccio realmente solidale", ha dichiarato.

Il premier assicura che l'Italia è pronta a fare la sua parte per ospitare chi fugge dalla guerra e per aiutare costoro a integrarsi nella società, nel rispetto dei valori europei dell’accoglienza e della fratellanza, che "devono valere sempre".

Il premier ha ricordato che in caso di interruzione di forniture di gas dalla Russia, l'Italia è il paese europeo che perde di più, rispetto agli altri che hanno fatto affidamento su fonti diverse.

Anche se questo non diminuisce la determinazione del governo a sostenere sanzioni "giustificate e necessarie", è importante muoversi nella direzione di "un approccio comune per lo stoccaggio e l’approvvigionamento di gas".

"Farlo permetterebbe di ottenere prezzi più bassi dai paesi produttori e assicurarci vicendevolmente in caso di shock isolati", spiega.

Draghi ammette che la guerra avrà conseguenze sul prezzo dell'energia, che verranno affrontate con nuove misure di sostegno a imprese e famiglie. Auspica che l'Unione Europea le agevoli per evitare "contraccolpi eccessivi sulla ripresa".

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