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Health innovation ChatBot “Ho un cerchio alla testa, naso | Salus - Health, Pharma e Lifestyle

Health innovation

ChatBot

“Ho un cerchio alla testa, naso chiuso e mi sento molto debole” “Potresti aver preso l’influenza come la maggior parte dei milanesi, ti consiglio di contattare il tuo medico di famiglia – la farmacia aperta più vicina è all’indirizzo xx” Ecco questa potrebbe essere una conversazione, testuale o a parole, con un chatbot applicato nell’ambito dell’healthcare.
Ci sono tante domande legate alla salute che potrebbero non richiedere un intervento di un professionista sanitario, ma la cui risposta cercata in modo semplicistico su google potrebbe non essere quella corretta – i chatbot, che sfruttano algoritmi e intelligenza artificiale, potrebbero rispondere a questo bisogno attraverso la loro applicazione ad app di messaggistica o a strumenti più innovativi come Alexa, Siri, Cortana, Google Now e Home. In questo caso le domande e informazioni potrebbero essere richieste ad un “robot” che interagirebbe con noi e ci consiglierebbe (la cui programmazione viene ovviamente fatta da esperti in ambito healthcare). E se la tecnologia più semplice prevede di “messaggiare” con un bot, il futuro in cui ci si sta avventurando sarà quello di interagire e colloquiare a voce con assistenti digitali, sempre più umanizzati nella voce e atteggiamento.
E mentre il primo “assistente” digitale è nato 50 anni fa, con il nome di Eliza e con lo scopo di sostituirsi ad un terapista e fare una successione di domande ai pazienti in funzione delle loro risposte, ora sono presenti diverse startup, compagnie farmaceutiche e addirittura servizi sanitari (come NHS) che cercano di applicare i chatbot per migliorare l’assistenza e la vita delle persone: dai chi è affetto da cecità descrivendogli l’ambiente circostante, a che ha bisogno di un primo aiuto in ambito sanitario, all’assistenza di malati cronici e alla prenotazione di visite.
Tutto interessante e utile, con aspettative elevate, ma non bisogna mai dimenticare il secondo lato della medaglia: la privacy. Cruciale sarà capire come le nostre informazioni verranno raccolte e conservate.

FONTI
Medicalfuturist.com; medium.com