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NETANYAHU ORA È SOLO. È LUI IL PROBLEMA IN MEDIO ORIENTE L'at | Giubbe Rosse

NETANYAHU ORA È SOLO. È LUI IL PROBLEMA IN MEDIO ORIENTE
L'attacco iraniano di stanotte è stato calibrato e coordinato da Stati Uniti e Iran con l’Oman al centro che trasmetteva messaggi a entrambe le parti. L'Iran ho mostrato i muscoli, senza far male. Ha violato la base aerea di Nevatim, causando probabilmente solo danni lievi come riportano le fonti israeliane, ma mostrando al mondo che è in grado di mandare in saturazione quello che fino a oggi era considerato il miglior sistema di difesa antiaerea del mondo. E, soprattutto, ha evitato accuratamente obiettivi civili, un segnale molto importante a livello di immagine, che mira a distinguere l'Iran agli occhi del mondo rispetto al brutale approccio israeliano degli ultimi mesi.

Si ha, insomma, l'impressione che USA e Iran si siano parlati, o direttamente o per interposta persona, e che gli USA abbiano deciso di lasciar sfogare l'Iran purché limitasse il perimetro e l'entità della sua risposta. Terminato l'attacco, gli USA hanno mandato a Netanyahu un messaggio chiaro: “Se vuoi andare avanti a colpire l’Iran, vai da solo”.
Come ricorda il giornalista Alex Christoforou, successe la stessa cosa all’indomani dell’assassinio di Soleimani da parte di un drone statunitense. L’Iran lanciò missili balistici sulla base aerea di al-Asad in Iraq in risposta, ma avendo cura di informare in anticipo il governo iracheno dell’attacco imminente. La Svizzera trasmise i messaggi tra Stati Uniti e Iran prima dell’attacco. Risultato: escalation evitata.

Ieri come oggi, l'attacco iraniano è stato deliberatamente progettato per evitare di causare vittime e dissuadere una risposta degli Stati Uniti. La vera domanda è: cosa farà adesso Netanyahu? Il premier israeliano, che da più di cinque mesi è infognato a Gaza provocando 34.000 morti senza aver raggiunto nessun obiettivo, ora è solo. I neocon premeranno certamente per una risposta militare contro Teheran, ma Biden non può permettersi una guerra di questo tipo a sette mesi dalle elezioni.
Nessuno nel mondo vuole un’escalation, solo Netanyahu.

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