Get Mystery Box with random crypto!

Evola nomina quasi di sfuggita Eschilo, famoso tragediografo g | Rivolta contro il mondo moderno

Evola nomina quasi di sfuggita Eschilo, famoso tragediografo greco antico, accennando ad una sua opera, le Eumenidi. Riteniamo si possa dire di più dell'autore greco, questo in virtù del fatto che alcune informazioni biografiche che lo riguardano, lo stile ed i temi delle sue tragedie possono essere d'ispirazione per l'uomo della tradizione.
Eschilo nasce a Eleusi, presso Atene, probabilmente nel 525 avanti Cristo, muore a Gela attorno al 456.
Lo si vuole di famiglia ricca e adepto dei famosi misteri eleusini, un culto destinato a soli iniziati, tra i più noti dell'epoca antica, un «rito tenuto a creare "un non uguale destino dopo la morte"», c'informa Evola.
Eschilo combatté a Maratona contro i Persiani nel 490, in quell'occasione morì suo fratello Cinegiro. Nonostante ciò, Eschilo scrisse una tragedia intitolata appunto I Persiani (rappresentata la prima volta nel 472) per portarli in scena, portare in scena loro, i vinti della battaglia di Salamina, loro, contro i quali aveva quasi certamente versato il suo sangue. Lo stile dell'autore, anche ne I Persiani, è asciutto, il dolore dei Persiani per la disfatta di Serse è rappresentato in un modo che lascia che lo spettatore si possa accostare ai sofferenti. I nemici di un tempo non sono dei mostri, perché Eschilo, riferimento in questo adeguato per l'uomo della tradizione, evita di farli apparire tali; un atteggiamento che qualcuno, con un lessico forse "moderno", potrebbe definire "umano", ma che sicuramente si può ritenere aristocratico.
La riflessione che vogliamo quindi stimolare, alla luce delle poche informazioni che abbiamo dato su questo tragediografo di 2500 anni fa, è quella riguardo a quale sia il comportamento adeguato all'uomo della tradizione nei confronti del dolore e della convenienza avversa che si ha da questo nel trattare un soggetto: come sarebbe stata l'opera di Eschilo sui Persiani se avesse ceduto a quell'uso, tipico del moderno, di lanciare "una frecciatina", se non patetica? Le sue tragedie furono permeate da un'alta concezione etica e religiosa della vita, e questo implica un elevarsi, un superare quelle bassezze che "l'istinto" c'ispira. Questa è una parte dello spirito del mondo della tradizione; l'opposto, la rabbia, il livore che perdura nel tempo, è tipico del moderno: osservatelo e rifiutatelo.