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Nell'immaginario collettivo, il comunismo è uno stato che lavo | Rivolta contro il mondo moderno

Nell'immaginario collettivo, il comunismo è uno stato che lavora per organizzare tutto per tutti, cercando costantemente di far sì che ogni cittadino possa sentirsi uguale al prossimo, che le persone abbiano le stesse possibilità economiche: è questo il sogno che spinge tanti, specialmente i giovani, ad essere attratti da idee di sinistra.
La Cina, oggi considerata un colosso comunista, dopo la morte di Mao (1976) è stata guidata, dal 1978 al 1992, da Don Siaopin (comunemente scritto "Deng Xiaonping"), il quale ha praticamente cancellato l'idea che il comunismo in Cina potesse essere quanto detto sopra; di fatto oggi in Cina esiste un capitalismo che lo stato sorveglia tutelando sé stesso e la ricchezza della nazione, non l'uguaglianza dei cittadini.
Quindi siamo di fronte ad un immaginario collettivo tradito? Una falsa rappresentazione degli organi d'informazione che continuano a chiamare la Cina "comunista"? Sì, e non ci stupisce. Ma delle illusioni di chi crede ad un passato anti-tradizionale o alle menzogne dei professionisti dell'informazione siamo poco interessati; a noi la luce della tradizione, grazie alla testimonianza che ci ha lasciato Evola, ha già spiegato che il mito economico marxista non è l'elemento primario. L'elemento primario è la negazione di ogni valore d'ordine spirituale e trascendente: infatti oggi la Cina continua ad abbattere chiese e fare propaganda materialista in Tibet.
Eppure, appena un secolo fa, il clima spirituale in quella enorme nazione estremo orientale era completamente diverso. «Razze di servi, di fuori-casta e di barbari si renderanno padroni» potete leggere nel messaggio precedente.
Citeremo ora un brano "Rivolta contro il mondo moderno" in cui è trattato un aspetto trascendente, quello della conoscenza intesa in senso tradizionale.
«Nell'antica Cina si distingueva» «fra coloro che già per natura posseggono la "scienza" e la "virtù" - e questi, capaci di "compiere senza soccorso estraneo, con calma e imperturbabilità, la legge del Cielo", stanno al sommo, sono i "compiuti" o gli "uomini trascendenti"; e coloro che "vincendo sé stessi e tornando ai riti" le hanno conquistate. Ma la disciplina» «che si addice a quest'ultimi e che equivale all'iniziazione, era considerata solo un mezzo per la formazione oggettiva di quell'"uomo superiore" il quale, appunto per il potere misterioso e reale che gli inerisce, potrebbe assumere legittimamente la funzione propria al supremo àpice gerarchico».