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Preghiamo per le anime del Purgatorio

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Gli ultimi messaggi 20

2021-06-22 08:57:34
22 giugno SAN TOMMASO MORO

Prima di morire martire (+ 1535) per la sua fedeltà al Signore, disse: "L'infinita bontà del Signore, per i meriti della sua amarissima passione, farà sì che le mie sofferen­ze servano a liberarmi dalle pene del purgatorio e ad ottenermi la ricompensa desiderata in Cielo".
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2021-06-21 08:55:4421 Giugno SAN LUIGI GONZAGA "DALLA LETTERA ALLA MADRE"

O illustrissima, guardati dall'offendere l'infinita bontà divina, piangendo come morto chi vive al cospetto di Dio e con la sua intercessione può venire incontro alle tue necessità molto più che in questa vita. La separazione non sarà lunga. Ci rivedremo in cielo e insieme uniti all'autore della nostra salvezza godremo gioie immortali, lodando con tutte le capacità dell'anima e cantando senza fine le sue grazie. Egli ci toglie quello che prima ci aveva dato solo per riporlo in un luogo più sicuro ed inviolabile e per ornarci di quei beni che noi stessi sceglieremmo. Ho detto queste cose solo per obbedire al mio ardente desiderio che tu, illustrissima signora e tutta la famiglia, considerate la mia partenza come un evento gioioso. E tu continua ad assistermi con la tua materna benedizione, mentre sono in mare verso il porto di tutte le mie speranze. Ho preferito scriverti perché niente perché niente mi è rimasto con cui manifestarti in modo più chiaro l'amore ed il rispetto che, come figlio, devo alla mia madre.
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2021-06-19 09:05:17⁣⁣La BEATA ELENA AIELLO ( memoria liturgica oggi #19giugno) Accorreva, in particolare, presso i moribondi che rifiutavano i sacramenti.

« Un giorno, avvisata dalle gravi condizioni di un signore, appartenente alla massoneria, Alessandro A., si reca dall'ammalato e con dolcezza cerca persuaderlo a ricevere i Sacramenti. La risposta è un assoluto diniego. Elena insiste e l'ammalato in un accesso di collera, afferra una bottiglia e la lancia contro di lei. Elena scansa il colpo diretto al volto, piegando il capo; ma rimane colpita al collo, con una ferita abbastanza notevole, che le lascerà una visibile cicatrice. Comprimendo la ferita con un fazzoletto, ella ritorna accanto al letto dell'ammalato, con soavità, ripetendo l'esortazione a ricevere i Sacramenti, per la salvezza dell'anima che correva il pericolo di perdersi; e aggiungendo che non se ne sarebbe andata se prima non aveva da lui l'assicurazione che avrebbe bene accolto il sacerdote ».
L'ammalato fu commosso di tanto calore di carità e promise di accontentarla in tutto, a una condizione però: che Elena fosse andata a visitarlo ogni giorno. Ricevette infatti i Sacramenti dal Sac. Don Eugenio Scotti; e per tre mesi, fino alla sua buona morte, ebbe la visita e le cure di Elena: trasformato in fervido cristiano, paziente e rassegnato nelle sue sofferenze.

DA: Suor Elena Aiello "A monaca Santa"
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2021-06-15 17:12:47I PECCATI CHE MANDANO IN PURGATORIO

Qualunque peccato mortale, dunque, non espiato e qualunque infrazione alla legge e ai doveri del proprio stato manda l'anima in Purgatorio, dove si estingue del tutto il reato di pena. In pratica, perciò, sono soprattutto i peccati veniali che mandano in Purgatorio.
Una certa elencazione dei peccati mortali e veniali ce la dà san Cesario di Arles (470542) nel suo sermone 104: "Quantunque l'Apostolo abbia ricordato molti peccati mortali, noi, tuttavia, per non dar l'impressione di voler indurre alla disperazione, li elenchiamo brevemente: il sacrilegio, l'omicidio, l'adulterio, la falsa testimonianza, il furto, la rapina, la superbia, l'invidia, l'avarizia, l'ira prolungata, l'ubriachezza ripetuta, si trovano tutti tra questi peccati mortali. Chi s'è trovato in dominio di qualcuno di questi peccati, se non se ne sarà corretto com'è d'obbligo, e, avendone avuto il tempo, non ne abbia fatto prolungata penitenza e non abbia distribuito larghe elemosine astenendosi da quei peccati non potrà esser purifìcato da quel fuoco di breve durata, di cui parla l'Apostolo, ma brucerà senza speranza nel fuoco eterno. Benché siano noti a tutti, pure è necessario che, non potendo rifèrirli tutti, nominiamo qualcuno di quelli che sono i peccati veniali. Ogni volta che uno prende più cibo o più bevanda di quanto non gli sia necessario, sappia che ha commesso un peccato veniale. Quando uno parla più di quel che deve, o tace più del necessario... Noi non crediamo che questi peccati uccidano l'anima, ma la rendono come piena di piaghe e di ripugnante scabbia e così deforme, da non permettere, se non a stento o con grande confusione, di giungere all'abbraccio dello Sposo celeste ... Se non benediremo Dio nelle tribolazioni e se con buone opere non sconteremo i nostri peccati, resteremo nel purgatorio per tutto il tempo necessario affinché i suddetti peccati veniali siano bruciati come legna, come fieno, come stoppa." E san Cesario ne ha anche per chi afferma di non temere il Purgatorio basta che si sia scongiurato l'Inferno. Egli continua: "Ma qualcuno può dire: A me non importa di aspettare, purché arrivi alla vita eterna. Nessuno parli così, fratelli carissimi, perché quel fuoco purificatore sarà più insopportabile di tutte le pene che si possono pensare, vedere, provare in questo mondo".

da IL PURGATORIO VISTO DAI SANTI
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2021-06-13 08:52:54
13 giugno SANT'ANTONIO DA PADOVA sacerdote e dottore della Chiesa

Mettiamoci all'ultimo posto! Ultimo posto è il pensiero della morte, e chi vi si applica, non brama di salire al primo posto; e san Girolamo dice: "Facilmente tutto disprezza, chi sempre pensa che deve morire". Va', fratello, raccogliti in questo ultimo posto, da lungi guardando e salutando la celeste Gerusalemme. Ben convinto che sei di passaggio e ospite sulla terra, a nessuno ti preporrai, e ti stimerai più indegno degli altri. E allora Gesù ti dirà: "Amico, vieni più su; dall'umiltà ti riconosco per mio amico".
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2021-06-12 14:09:0312 giugno SAN GASPARE BERTONI Patrono dei sofferenti e degli infermi

Ebbe quasi 300 interventi chirurgici. don Gaspare «nel decorso di questo male, che durò più di cinque anni, ebbe a sostenere cure dolorosissime, terribili tagli (circa 300), alcuni dei quali più lunghi di una spanna». Si trattava di incisioni interne ed esterne, che talora giungevano fino all'osso, di corrosioni e di ustioni, eseguite secondo i metodi di una chirurgia che non conosceva anestetici. Gli spasimi si prolungavano per tutto il periodo del drenaggio, che si effettuava con l'applicazione di batuffoli di filacce e garza sulle ferite per impedire che si chiudessero superficialmente, e per assorbire il pus che si andava formando nell'interno. Lo spasimo era dei più atroci e lasciava sempre il paziente in preda alla febbre per due o tre giorni.
Nel Santo non apparve mai un segno di impazienza o inquietudine. Egli reagiva col semplice movimento delle labbra per la recita di qualche preghiera. Nei momenti in cui lo spasimo giungeva all'estremo egli si limitava a pregare a voce alta, ma subito chiedeva scusa ai medici come di cosa di scarsa edificazione. Solo quando gli fu forato l'osso del femore, gli fu visto il volto rigarsi di una lacrima silenziosa.

Nella sofferenza queste le sue parole: Il Signore mi aiuta a tempo, contro i miei meriti, con le orazioni dei suoi servi fedeli. La cosa aveva cominciato molto poco bene; ma Egli mi vuol ferito, non morto. Così io possa servirlo e non abusarmi delle sue grazie, e fare quella penitenza che mi è necessaria» (maggio 1826)

«Il Signore mi trattiene in letto e sotto i ferri e i coltelli. Sia benedetto! Benedirò il Signore in ogni tempo. Tanto che sia egli servito, e ciò mi basta. Mi raccomando però alle sue orazioni - scrive a una sua figlia spirituale - perché Dio mi continui la pazienza che mi dona» (11 maggio 1827).
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2021-06-10 16:25:05
NON PERDERE NESSUNA OCCASIONE DI SOFFRIRE PER DIO

“Il 16 marzo 1686, durante la preghiera della sera, vidi dentro me Gesù Cristo che, molto contento i presentava l’anima di una delle mie parenti morta da nove o dieci anni. Era vissuta vedova per trent’anni e mi disse che la maggior sofferenza che avevano le anime del purgatorio era quella di aver perduto molte occasioni di soffrire per Dio… Se un’anima avesse potuto tornare di nuovo sulla terra, avrebbe accettato con amore tutte le sofferenze che il Signore le avesse inviato. Mi disse: Non perdere alcuna occasione di soffrire per Dio… E tornò al cielo splendente di gloria”.

(Madre Susanna Maria de Riants (1639-1724), Scritti Spirituali)
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2021-06-09 13:02:31
LA CAUSA DI MOLTE MALATTIE, SIAMO NOI!
Ma questo nessuno lo vede più. Pregare per gli ammalati! Ordinare la propria vita conforme a Lui... ( Cristo) allora niente può andare perduto!

(Dall'esorcismo di Anneliese Michel)
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2021-06-01 17:39:34
Il #1Giugno1969 Gesù da un messaggio tramite Natuzza Evolo ad un'anima che viveva una relazione peccaminosa. (Dal libro : Incontrare Natuzza pag. 57)
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2021-06-01 09:23:47
Anche quando si muore in giovane età, la morte non è mai prematura. Iddio a chi dà molti anni di vita ed a chi pochi, cosicche', quando giunge la morte, qualunque sia età, ogniuno deve dire: - La mia vita è completa - San Domenico Savio morì a 15 anni, nessuno dirà che la sua vita fu stroncata innanzi tempo. Era volontà di Dio che in questi tempi ci fosse un modello di vita giovanile. (Da: Volontà di Dio, Paradiso Mio di don Giuseppe Tomaselli)
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