2022-01-31 03:18:01
Dopo più di 4 anni di isolamento sociale sono finalmente uscito con degli amici per andare insieme ad un centro commerciale.
Chi mi conosce sa che in questo periodo sono stato abbastanza male sul piano mentale. Avevo iniziato a svegliarmi la mattina e vedere un completo sconosciuto allo specchio. Quello che facevo, quello che dicevo, quello che pensavo, avevo iniziato a sentirmi come un burattino controllato e manovrato da qualcuno. Ho smesso di badare al mio aspetto, tutte le persone che mi conoscono mi consigliano di tagliarmi i capelli. “A che pro, se l’uomo riflesso non sono io.” penso tra me e me mentre trovo una scusa per procrastinare.
Non riuscivo più ad apprezzare quello che facevo, ho smesso di guardare vtuber, ho smesso di consumare media.
Non riuscivo a impiegare le mie energie in qualcosa di produttivo, non riuscivo a studiare, non riuscivo a mantenere l’attenzione sulle faccende domestiche, ho bruciato la frizione dell’auto per questo.
Ho passato giorni sdraiato sul letto a fissare il soffitto chiedendomi perché sono qui, quale è il mio scopo.
A dicembre ho iniziato a lavorare la mattina, e il lavoro mi ha aiutato a impiegare le mie energie mentali in qualcosa di produttivo. Son riuscito a impegnarmi di più sugli studi, anche se non ho ancora visto i risultati.
Prendendo un po’ spunto dalle storie di Adinur e solo degli elementi che mi fanno comodo, se potessi dare un colore a questa negatività sarebbe un blu profondo, il colore degli abissi marini in cui continui a cadere e non riuscire più ad alzarti.
Grazie al lavoro, però, ho iniziato a interagire sempre di più con la gente. Lavorando a un bancone mi son capitati un sacco di tipi diversi di persone, ognuna di queste è riuscita a lasciare una macchia di qualche colore dentro di me per riempire la mia tavolozza blu. Dal ragazzo laureando che aveva problemi con la segreteria, al dottorando pakistano incapace di comunicare, alla avvocatessa scorbutica che esigeva troppo dal ragazzo dietro al bancone, al vecchio pensionato che si mette a raccontarti delle sue passioni, di come ama il cinema d’autore e come vorrebbe condividere questa passione coi nipoti.
Son diventato più sociale: in università mi sto fermando sempre a scambiare qualche chiacchera coi colleghi, spesso facendo anche il primo passo. I colleghi mi hanno aiutato tutti, chi più chi meno, fornendomi preziosi strumenti per migliorare il mio studio.
Son tornato attivo sui miei hobby, e pian piano stanno riuscendo a emozionarmi di nuovo come la prima volta che li ho approcciati. Ho rifatto la membership alla mia oshi, e recuperando gli archivi che ho perso mi sono commosso nel vederla sorridere.
Oggi, uscendo con gli amici, il loro calore mi ha avvolto. La mia tavolozza blu si è schiarita. Tutte le persone che fino ad ora ho incontrato son riuscite a lasciare un segno su di me, e solo ora son riuscito ad apprezzarli. Sono stato sciocco, la mia apatia ha lasciato che le mie normali attività si degradassero. Fare questa prima mossa, non senza qualche sforzo ovviamente, in questa e negli altri ambiti mi ha insegnato che la felicità è dietro l’angolo, e se non puoi trovarla basta crearla con l’aiuto degli altri.
Stasera, tornato a casa, sono andato in bagno. Mi sono specchiato, mi son passato le mani in testa, ho giocato con i miei capelli. Mi son fissato un po’ e ho pensato: “Ma che vadano al diavolo tutti, questi capelli cosi lunghi mi vanno bene. Dopotutto, sono i miei, e non può essere altrimenti. E sopratutto, non ho bisogno dell’approvazione di nessun altro.“
Amici non vi arrendete, l’uomo che si arrende è già con un piede nella fossa, se non riuscite a levarlo fatevi aiutare dal prossimo.
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