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FONTE: AIRC L’11 settembre 2001, gli Stati Uniti subiscono per la prima volta un attacco sul loro territorio. Ripreso in diretta e trasmesso dalle televisioni di tutto il mondo, l’attentato alle Torri Gemelle provoca migliaia di vittime civili. Emergerà anche un altro dato negativo: più di 2.500 soccorritori che hanno lavorato a Ground Zero hanno sviluppato il cancro. Tra gli agenti incriminati l’amianto, usato per la copertura delle colonne delle Torri, e il benzene, componente del petrolio che ha causato gli incendi.

L’amianto è un materiale derivato dal silicio che fino agli anni Novanta è stato utilizzato per le coperture e l’isolamento di tetti, navi e treni, nelle tute dei vigili del fuoco, nelle auto e in molti altri settori industriali. Oggi è considerato un cancerogeno ambientale perché favorisce nelle persone esposte lo sviluppo di tumori, soprattutto dei polmoni e del mesotelio. Questo ha portato molti Paesi a vietarne la lavorazione e l’utilizzo, ma nonostante esistano solide prove della sua attività cancerogena, viene ancora utilizzato in molte parti del mondo.

Alcuni studi, finanziati dalle industrie dell’amianto, sostengono che il crisotilo, il tipo di amianto più comune, non è cancerogeno. L’Organizzazione mondiale della sanità si è però espressa chiaramente: tutti i tipi di amianto sono cancerogeni.

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