2021-12-04 14:13:47
Buon sabato amici!
All'Università di Pisa non hanno evidentemente niente di meglio da fare che spendere soldi pubblici per i bagni "gender neutral".
Questione di priorità. Quando ero ragazzino e qualche idiota tentava di entrare nei bagni delle donne veniva preso a pedate dal bidello e portato in presidenza.
Ora invece, dopo le proteste degli studenti transgender, abbiamo un "docente delegato del Rettore dell'Università di Pisa" alle attività di "GENDER Studies and Equal Opportunites" che si fa carico del "problema" e procede con la "mappatura" dei cessi dell'ateneo, assicurando che entro giugno si arriverà ad avere "un bagno genderless in ogni plesso dell'università".
Il prestigioso risultato accademico, spiega il prof. Marzano, docente incaricato, sarà raggiunto in due modi: o togliendo "i riferimenti uomo-donna dai bagni, o prevedendo un simbolo neutro, o di un terzo genere".
Se posso azzardare un parere, ritengo che dietro a quest'ultima soluzione si celi una grave discriminazione: se infatti saranno realizzati bagni ad hoc per il terzo genere, per la stessa ragione dovrebbero essere attrezzate anche toilettes per il quarto, quinto e sesto genere, e così via fino al 58° genere, come previsto dall'elenco dei generi approvati dalle organizzazioni LGBTQWERTYetcetc.
Perchè infatti un "pansessuale" dovrebbe usare il bagno dei transgender? E perchè mai un "gender questioning" o un "asessuale" dovrebbero essere costretti a fare pipì nei bagni del "terzo genere"?
Sarebbero discriminazioni disgustose e inaccettabili.
Ecco allora la necessità di allestire WC per tutti i 58 generi.
Il rischio però è di non avere più aule per le lezioni.
Meglio allora ripiegare sulla prima opzione, e togliere ogni riferimento al sesso.
Certo, si tratterebbe comunque di un risultato deludente: mesi di studi per decidere di togliere il cartellino "signori" e "signore" dalla porta del cesso: roba da laurea honoris causa in cessologia.
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