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Sono due le annunciazioni nei vangeli, una al femminile e una | Paolo Curtaz

Sono due le annunciazioni nei vangeli, una al femminile e una al maschile. Perché Dio rispetta le nostre diversità, le peculiarità, le sfumature dell’essere al femminile e al maschile. Matteo, ebreo che scrive per ebrei, ha a cuore il ruolo del padre, vuole mostrare che la particolare nascita di Gesù fa parte di un progetto che chiede il coinvolgimento di una coppia. Giuseppe, uomo giusto, che, cioè, non giudica secondo le apparenze, ha deciso in cuor suo di non rispettare la Legge degli uomini che avrebbe preteso la morte o almeno la messa la bando della sua promessa sposa infedele e di rigettare Maria. Dopo questa scelta sofferta, durante il sonno, capisce cosa sta veramente accadendo. Sarà lui, dice l’angelo, a dare il nome a Gesù. Dare il nome, in Israele, significa determinare la natura, definire il carattere. Giuseppe, figura solo apparentemente marginale nel Vangelo, ne diventa il protagonista. Anche noi, nella semplicità, siamo chiamati a definire, ad educare, ad orientare la nostra vita e quella di chi abbiamo accanto ad una comprensione più profonda.
@paolocurtaz

Commento al #vangelodelgiorno: Mt 1,18-24