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La fede non è un anestetico o un antidepressivo. Non è rassicu | Paolo Curtaz

La fede non è un anestetico o un antidepressivo. Non è rassicurante, accomodante, statica. Non ci insegna a diventare buoni, non è un manuale per i bravi ragazzi. È sale, non miele, come scrive l’amico don Luigi Epicoco. Gesù chiede ai discepoli di vegliare e di tenere duro perché seguire lui, il Cristo, può causare qualche reazione avversa e suscitare qualche antipatia di troppo. Lo sanno le prime comunità dell’Asia minore travolte dalla persecuzione. Lo hanno già sperimentato i discepoli del Signore guardati con sospetto dai responsabili religiosi del giudaismo. Lo sappiamo noi, se davvero si vede il Vangelo nei nostri gesti, che vivere di Dio non va tanto di moda. Soprattutto quando non rientra nella logica del pensiero unico che si sta imponendo. È un fuoco divorante il Vangelo, che arde, brucia, illumina, consuma. È vita nuova e piena che sostituisce anche le relazioni famigliari.
@paolocurtaz

Commento al #vangelodelgiorno: Lc 12,49-53