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Durata della persistenza del vaccino mRNA SARS-CoV-2 e fattori | PBellavite

Durata della persistenza del vaccino mRNA SARS-CoV-2 e fattori associati al coinvolgimento cardiaco nei pazienti recentemente vaccinati

Il 27 settembre la rivista “npj Vaccines” (fascicolo 8, n 141, 2023) ha pubblicato un interessante studio sulla biodistribuzione dei cosiddetti “vaccini” anti-COVID-19.
https://www.nature.com/articles/s41541-023-00742-7

Gli autori hanno effettuato autopsie nei corpi di 20 persone vaccinate e 5 non vaccinate. Hanno trovato mRNA dei “vaccini” (sappiamo che è mRNA modificato con ingegneria genetica) nei linfonodi di 8 pazienti vaccinati su 20 e nessun mRNA nei non vaccinati (ovviamente). Tutti coloro in cui hanno trovato presenza di mRNA, erano morti entro 20 giorni dall’inoculo.

Inoltre, all’autopsia si è trovato mRNA del “vaccino” nel cuore di tre pazienti. Costoro avevano già alcuni segni di lesioni miocardiche (in via di riparazione) che sono state fatte risalire a prima della “vaccinazione” e quindi, secondo gli autori, essi sarebbero morti per “altre cause” e non per la vaccinazione. Quindi, anche questi autori commettono l'errore di non considerare la INTERAZIONE tra la suscettibilità individuale e il fattore “vaccinazione”, tra i motivi della morte nel periodo di pochi giorni seguenti all’inoculo. Tale clamoroso "errore" scientifico è stato da me segnalato molte volte e, per chi fosse interessato, è oggetto di uno specifico lavoro: https://f1000research.com/articles/9-170. In altre parole, è molto probabile che queste povere persone stessero guarendo da un piccolo infarto, passato inosservato, ma siano decedute perché lo stress infiammatorio causato dalla reazione al “vaccino” ha fatto da fattore patologico scatenante. La coincidenza temporale rafforza enormemente tale ipotesi, che gli autori nemmeno considerano. Conoscendo bene l’ambiente, immagino che, se avessero lontanamente sollevato tale dubbio, l’articolo non sarebbe mai stato accettato dalla rivista (del gruppo “Nature”).

Dal lavoro esce comunque una cosa importante anche sul piano pratico: nella discussione si legge testualmente (mia traduzione): “Tuttavia, dato che il vaccino a mRNA SARS-CoV-2 è stato rilevato nel muscolo cardiaco con lesione in via di guarigione e che gli effetti al momento non sono chiari, potrebbe essere prudente considerare di ritardare la vaccinazione basata su nanoparticelle lipidiche nei pazienti con recente infarto miocardico.” Almeno questa conclusione prudenziale dovrebbe indurre i cardiologi e le autorità sanitarie ad andarci piano con la teoria di vaccinare tutti e subito i cosiddetti “fragili”. Se sono fragili, sono “fragili” anche agli effetti di questi potenti intrugli biotecnologici, che ora sappiamo (contrariamente a quanto dichiarato dalle aziende al momento della registrazione) arrivano persino al cuore!