Get Mystery Box with random crypto!

Insorgenza di autoanticorpi de novo negli operatori sanitari d | PBellavite

Insorgenza di autoanticorpi de novo negli operatori sanitari dopo "vaccini" anti-SARS-CoV-2 a base di mRNA

Immunologi e reumatologi di Padova e Alessandria (primo autore Maria Cristina Sacchi) hanno eseguito uno studio “prospettico” (cioè di farmacovigilanza attiva) sullo sviluppo di auto-anticorpi dopo la cosiddetta vaccinazione anti-COVID-19 (Pfizer e Moderna).
https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/08916934.2023.2229072

Lo scopo di questo studio era valutare se un gruppo di operatori sanitari vaccinati con mRNA di BNT162b2 e mRNA-1273 avrebbero mostrato uno sviluppo e/o una persistenza di autoanticorpi, concentrandosi sulla rilevazione di anticorpi contro antigeni nucleari (anticorpi antinucleari, ANA).

Sono stati arruolati 108 operatori sanitari e campioni di sangue sono stati presi prima dell’inoculo e a 3 (T1) e 12 mesi (T2) dopo la prima dose. Poiché 31 dei soggetti inoculati hanno contratto la COVID-19 durante lo studio, la misura degli autoanticorpi è stata considerata solo per coloro (n= 77) che non hanno avuto la infezione. Tutti i campioni sono stati analizzati per la presenza di vari tipi di auto-anticorpi, tra cui sono balzati in evidenza gli ANA: ben 22 soggetti si sono positivizzati dopo la “vaccinazione” (28,57%) e la percentuale di positività sembra essere direttamente correlata al numero di dosi: 6/77 (7,79%) dopo 2 dosi, 16/77 (20,78%) dopo 3 dosi.

Gli autori concludono che la stimolazione immunitaria può agire come un'arma a doppio taglio, ovvero difesa infettiva ed endogena oppure, d’altra parte, all'iperstimolazione autoimmune correlata, la presenza di anticorpi ANA de novo negli operatori sanitari sembra essere più incline a sostenere questa seconda conseguenza: l'iperstimolazione.

Qualcosa del genere avviene anche con la malattia COVID-19, in cui si sviluppano notevoli reazioni di autoimmunità. Tuttavia, il legame tra la cosiddetta vaccinazione e lo sviluppo di malattie autoimmuni deve essere ulteriormente studiato. Se da una parte una reazione auto-immunitaria di quel tipo in quasi il 30% dei soggetti inoculati è estremamente preoccupante, si dovrà capire meglio quali conseguenze cliniche possa portare l’aumento di anticorpi, visto che si presentano in molte diverse malattie autoimmuni – prima di tutte il Lupus eritematoso, particolarmente frequente nel genere femminile - ma possono anche essere asintomatici. Si dovrà anche capire quali altri anticorpi, eventualmente più specifici per vari organi, sono indotti dalla cosiddetta vaccinazione anti-COVID-19.

Ricordo che in collaborazione col gruppo di Ciro Isidoro abbiamo pubblicato recentemente una rassegna in cui si evidenza come la proteina Spike possa attivare un meccanismo di "mimetismo molecolare" e indurre anticorpi anche contro il tessuto pericardico, le piastrine e la tiroide.

https://www.mdpi.com/2227-9059/11/2/451