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Il nuovo mantra della propaganda occidentale di guerra è: i 31 | Paolo Borgognone

Il nuovo mantra della propaganda occidentale di guerra è: i 31 carri armati americani saranno decisivi per decidere le sorti del conflitto e ne cambieranno il destino consentendo all’Ucraina di vincere. La Russia ha 14.000 carri armati di cui 1.300 di nuova generazione. Finora, in Ucraina, ha utilizzato mezzi di produzione sovietica, tank vecchi. Non so se devo aggiungere altro per dire che i carri armati americani segneranno il punto di svolta così come lo hanno fatto i precedenti rifornimenti militari inviati dalla NATO a Kiev, ovvero non cambieranno l’esito finale del conflitto. Tuttavia, la propaganda cui siamo rodati insiste a dirci che le nostre armi, quelle NATO, sono invincibili e quelle loro, le armi russe, sono invece di cartapesta. Ma se sono armi di cartapesta perché, per fermarle, occorre inviare sempre più rifornimenti “di ultima generazione” a Kiev? Se fossero di cartapesta sarebbe sufficiente inviare dei sassi e delle frombole per fermarle… In realtà l’invio dei carri armati americani non ha un obiettivo militare ma politico. Sposta più in là l’asticella dell’escalation, sdogana un passo alla volta l’ingresso definitivo diretto della NATO nel conflitto, spalanca una nuova finestra di Overton. Prima i fucili, poi i missili, poi le batterie anti-aeree, poi i carri armati, poi gli uomini… Ecco, l’invio dei carri armati serve a sdoganare la continua reazione a catena che con ogni probabilità porterà, in futuro, all’invio delle truppe NATO nel conflitto. Un passo alla volta. Oggi l’invio di un contingente NATO nel teatro di guerra ci appare un tabù ma fino a pochi giorni fa ci appariva un tabù pure l’invio dei carri armati americani. Probabilmente l’anno prossimo l’invio di soldati europei di leva in Ucraina ci sembrerà la cosa più normale del mondo. È il metodo delle finestre di Overton…