2023-03-30 00:37:16
Dall’inchiesta Covid di Bergamo emergono dettagli significativi e criminali. Spicca quello legato alla data del 27 marzo 2020, quando nel rapporto di malattie infettive dell’ospedale San Giovanni XXIII circolava un protocollo (prontamente reso illegale dal ministero), con dentro tutte le indicazioni esatte per la cura del Covid a casa. Nelle intenzioni dei medici che lo avevano redatto e stilato, vi era la volontà di farlo rendere operativo tra i medici di base affinché questi potessero curare il Covid a domicilio.
Quindi Stiamo parlando del primo ospedale occidentale colpito dal Covid, che ripeto, in data 27 marzo aveva il protocollo delle cure domiciliari e dunque anche ospedaliere. Il Ministero della Salute a forma Roberto Speranza non lo fece passare, bocciandolo per lo stesso ospedale ed imponendo su tutto il territorio nazionale la Tachipirina e la vigile attesa.
Contestualmente Le autorità politiche e sanitarie (con il martellante supporto del mainstream e dei virologi da salotto), hanno deciso di non far curare i pazienti nella fase precoce della malattia. Questi si aggravavano ed arrivavano in ospedale in condizioni gravi o disperate. Morivano in casa, come morivano in ospedale, dove ovviamente la situazione era di totale emergenza e di totale assenza di posti letto.
Conclusine Siamo davanti ad una strage dolosa di Stato, davanti alla quale la magistratura dovrà necessariamente processare e punire i colpevoli.
Davide Zedda
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