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C’è un’Europa democratica che non si ferma. La vittoria di Mac | Nicola Zingaretti

C’è un’Europa democratica che non si ferma. La vittoria di Macron in Francia e quella di Golob in Slovenia mostrano che i cittadini europei continuano a credere nella possibilità di aprire una nuova stagione.

La rabbia non ha ucciso la speranza. Si è scelto con il voto di dare nuovo credito alla democrazia. Mentre a perdere è l’illusione sovranista e populista, la difesa dello status quo, il messaggio disgregante delle destre, il loro tentativo di cavalcare i problemi senza avere soluzioni per risolverli.

Ma attenzione, guai a deludere questa apertura di credito. Siamo nel pieno di una battaglia politica, culturale e sociale. Guai a chiudere gli occhi di fronte alla realtà, alla condizione di solitudine, sofferenza e frustrazione che vivono milioni di persone: dopo il cataclisma sociale provocato dal Covid e, ora, con gli effetti drammatici della guerra di Putin in Ucraina, il peso delle diseguaglianze è sempre meno sostenibile, incrina la speranza e mette a rischio le stesse democrazie.

Ecco quindi la nostra missione, il nostro orizzonte. Costruire un futuro più giusto per tutti, in particolare per i più giovani, che rischiano ancora una volta di essere le vittime di questa fase di fragilità. Un futuro quindi fondato sui valori democratici, sul lavoro, su salari adeguati, sulla forza innovatrice delle nostre imprese, sul patrimonio della conoscenza e della ricerca come motori di cambiamento, sulla sostenibilità sociale e ambientale.

Mai come in questo bivio della storia è necessario pensare alle persone e tornare alla missione più alta che ci indica la nostra Costituzione. Rimuovere ostacoli, trasformare la società secondo criteri di giustizia sociale generando benessere diffuso, senza esclusioni.

Lo spiegava con incredibile lucidità Piero Calamendrei: “La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere”.
È tempo di raccogliere l’impulso di questa grande forza motrice. Perché è proprio nell’impegno quotidiano contro l’indifferentismo – così lo chiamava Calamandrei - e contro l’ingiustizia la nostra vocazione di democratici. In assenza di questa pulsione, avremo infatti solo un simulacro di democrazia, nel quale le destre – come hanno sempre fatto - potranno continuare ad alimentarsi delle paure, dell’incertezza, della disperazione delle persone.

Per questo promuoviamo l’agorà “Costruiamo un futuro più giusto” con Enrico Letta, il 5 maggio alle 17,30 in viale dello Scalo S. Lorenzo 16. È l’inizio di un percorso per dare nuova forza alla nostra missione democratica e nuova speranza al Paese.

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