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A proposito di temperature, clima e climatologi di Facebook & | MePiù - Informazione Indipendente

A proposito di temperature, clima e climatologi di Facebook & dintorni.

Io non ho alcuna competenza in fatto di meteo, ma alcuni cambiamenti sono abbastanza evidenti: da anni in città in inverno si gira tranquillamente con giacche "leggere", la neve sulle Alpi è sempre meno abbondante, le famose "mezze stagioni" non esistono più e i fenomeni climatici sono sempre più "estremi", i livelli dei laghi sono più bassi e i fiumi meno abbondanti, eccetera.
Non so dire quanto e in quale percentuale tutto questo sia di origine naturale o antropica.

Gli aspetti della questione sono tanti e non possono essere limitati a "in estate ha sempre fatto caldo".
Questa considerazione è vera e ovvia così come dire "l'acqua è sempre stata bagnata".
Che ci siano dei cambiamenti è innegabile, così come è innegabile che i media su questi cambiamenti stiano speculando in modo vergognoso.

Ad esempio, da qualche settimana è iniziata la tiritera della "temperatura al suolo".
Ma "al suolo" cosa vuole dire?
Tecnicamente al suolo significa a 2 metri sul livello del mare e altro non è che una media giornaliera della temperatura misurata in un determinato luogo durante le 24 ore giornaliere ad una pressione di 1013 hPa, cioè la pressione media atmosferica s.l.m.

Esempio: se la massima è 40° e la minima 24°, la temperatura al suolo è 32°.

È fondamentale capire che ad altitudini diverse corrispondono temperature diverse, perché dalla temperatura al suolo bisogna togliere 0,015 gradi per ogni metro in più di altitudine.
A 300 m si hanno 2 gradi in meno rispetto al suolo, a 1000 m 7 grandi in meno, a 1500 metro 10 gradi in meno.

Quindi le temperature al suolo con cui i media insistono sono sciocchezze sparate per incutere paura.
Del resto il meteorologo Paolo Sottocorona l’altro giorno l'ha detto chiaramente (vedi post di ieri).

Le zone dove la "temperatura al suolo" è altissima sono proprio quelle dove nel corso dei decenni si sono compiute azioni di cementificazione selvaggia.
Le grandi città e i loro hinterland, le grandi pianure, eccetera sono ormai delle distese ininterrotte di asfalto e cemento: rarissimi alberi e radure secche e inospitali rendono queste zone più simili a deserti infuocati.
È noto che dove ci sono alberi la temperatura è molto più bassa, eppure continuano a costruire capannoni e immensi centri commerciali.

Un altro aspetto non trascurabile è che mari e cieli sono letteralmente congestionati da grandi navi e aerei che inquinano tantissimo (una nave di medie dimensioni brucia fino a 150 tonnellate carburante al giorno, producendo la stessa quantità di particolato di un milione di automobili), eppure tutto questo sembra essere intoccabile perché business is business.

Le emissioni delle grandi industrie, comprese ovviamente quelle in India e Cina, producono da sole oltre il 40% dell'inquinamento terrestre (negli ultimi decenni il 40% di tutte le emissioni è stato prodotto da 20 colossi del settore petrolchimico).

La questione quindi non è dire "in estate ha sempre fatto caldo", ma è osservare la situazione con spirito critico e non bere a occhi chiusi tutto quello che viene proposto con i soliti scopi di operare un condizionamento per indirizzare il consumatore pecora verso altri mercati definti "green".
Non è certo la vostra auto a combustione interna che rende inospitale questo mondo, ma le politiche fintamente "green" che ancora una volta, attraverso facile populismo e terrorismo, vogliono far ricadere "colpe" sui cittadini vessandoli con nuove tasse e obbligandoli a cambiamenti spesso economicamente insostenibili (vedi auto elettriche e adeguamenti energetici delle abitazioni).

Non è del resto paradossale, indicativo e ipocrita che gli stessi leader che ci dicono di muoverci in monopattino, vadano alle conferenze sul clima a bordo di lussuosi jet privati, inquinando da soli come centinaia di migliaia di auto?
Ma loro sono loro e noi non siamo un c***! (Dott. Stefano Manera)


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