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2022-09-21 12:36:54 VOCABOLARIO FILOSOFICO

L'edonismo è una dottrina filosofica che identifica il bene col piacere; condotta basata sulla ricerca del piacere.

ETIMOLOGIA
tratto dal greco hedoné ‘piacere’, da hedýs ‘dolce’.

sinonimo di ‘edonista’ – oltre a gaudente, libertino - è ‘epicureo’.

Cosa si intende in genere per edonismo e in quale senso la filosofia di Epicuro può considerarsi edonistica?

Epicuro professa un'etica edonistica, cioè fondata sul piacere. Ma con ciò egli intende soprattutto quel genere di piacere in quiete (piacere catastematico) che trova la sua massima espressione nell'assenza di dolore rispetto al corpo (aponia) e all'anima (atarassia), l'unica possibilità che l'uomo aveva di diventare saggio e di non farsi più toccare dai beni materiali, provando la felicità.
Epicuro, raccomandava ai suoi seguaci di ricercare la calma e gli stati piacevoli, e di evitare quelli troppo intensi. Secondo un epicureo, sono importanti quei tranquilli piaceri che derivano da un buon pasto o da una conversazione con gli amici, mentre sono da evitare le intense gratificazioni che derivano da un rapporto sessuale, in quanto potrebbero mettere in crisi la tranquillità di una persona.

Nel XIX secolo, i princìpi dell'edonismo esercitarono un profondo influsso sui filosofi utilitaristi , tra cui Jeremy Bentham e soprattutto John Stuart Mill, il quale, in disaccordo con i principi generali della dottrina, avanzò criteri di differenziazione qualitativa fra le varie classi di piaceri.
All'utilitarismo e all'edonismo greco si rifanno ad esempio Michel Onfray e la prospettiva abolizionista del transumanismo (che presentano un influsso anche di Friedrich Nietzsche).

Alcuni autori contemporanei: (P. Gorsen, J.C.B. Gosling, Herbert Marcuse), sulla base di considerazioni di carattere psicologico, giudicano il piacere un aspetto importante della motivazione,  per cui le dottrine edonistiche avrebbero messo in risalto come la soddisfazione del piacere rappresenti un elemento essenziale per l'armonico sviluppo psichico dell'individuo.

#enciclopediafilosofica #approfondimento #riflessione #etimologia
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2022-09-20 13:03:53

"...Forse, sapere non è potere e forse non è neanche un possesso in vista di un fine pratico. Forse è qualcosa di molto più profondo che collega i due ambiti..."

Nuova riflessione di Vaccaro, su "La voce di Asti"!

Il sapere e la gentilezza
https://www.lavocediasti.it/2022/09/17/sommario/la-filosofia-e-le-sue-voci/leggi-notizia/argomenti/la-filosofia-e-le-sue-voci/articolo/il-sapere-e-la-gentilezza.html

Writer
https://arenaphilosophika.it/simone-vaccaro-ap/

#sapere #lavocediasti
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2022-09-18 17:59:10 "La correlazione è correlazione tra mondo e coscienza del mondo nella soggettività che prima è diretta e poi indiretta. Il mondo prima è oscuro e poi chiaro e si chiarifica via via in un progressivo arricchimento di senso"

Enzo Paci, Funzione delle scienze e significato dell'uomo, 1963

Il 18 settembre 1911 nasceva Enzo Paci, il grande filosofo italiano che aveva elaborato una concezione filosofica a cavallo tra esistenzialismo e fenomenologia.

Se per esistenzialismo si intende quella corrente filosofica volta a porre centralità alla sfera dell'esistenza umana colta nel suo essere temporale, nel suo essere frutto di una continua costruzione che passa attraverso continue scelte e coinvolgimento personale, la fenomenologia, eredità del pensiero di Husserl prima e dei francesi Merleau-Ponty Jean-Paul Sartre poi, gli fornì gli strumenti adatti per destreggiarsi tra il dominio della filosofia e quella della scienza, tra un sorvolo scientifico che pretendere di visionare dall'esterno la realtà e uno scavo in profondità riconoscendo la relazione inaggirabile tra soggetto e oggetto. Sarà proprio il principio della relazione a guidare la sua visione del mondo, cogliendo nella relazione soggetto-oggetto la trama costitutiva del mondo.

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2022-09-17 11:00:07FILOSOFI A CONFRONTO: PLATONE ED ARISTOTELE

Aristotele fu allievo dell’Accademia platonica, ma negli anni maturò un pensiero profondamente critico nei confronti del maestro.

La prima grande differenza tra i due filosofi riguarda la concezione dell’essere.
Platone concepisce la realtà in modo verticale, cioè vede nella realtà due mondi, uno sensibile e uno sovrasensibile. La realtà sensibile è subordinata a quella sovrasensibile in quanto soggetto al mutamento. Il sovrasensibile ha la caratteristica di essere trascendente, al suo interno esisteva un mondo di idee conoscibile solo attraverso la ragione. L’essere risiede nel mondo sovrasensibile ed è incorruttibile ed astratto. Platone non considera solo il singolo individuo, la sua visione è a carattere universale. Per Aristotele il sovrasensibile è immanente, ossia si colloca negli oggetti. Aristotele vede la realtà come una concezione unitaria in quanto ritiene che esista un solo mondo che è quello concreto. Egli dona valore alle cose perché ritiene che ciò che è veramente reale, èra l’unione tra la materia e le forme. Le idee per Aristotele sono estrapolate dalle cose, sono generalizzazioni, e fanno capo al singolo individuo.

La seconda differenza riguarda la concezione della conoscenza. Secondo Platone avviene tramite il processo della reminiscenza, ovvero tramite il ricordo del mondo delle idee, che sono innate nell’uomo, dunque conoscere equivale a ricordare. Platone ha una visione verticale, concepisce due tipi di conoscenza: l’opinione e la scienza. Aristotele ha una concezione orizzontale poiché, secondo la sua idea, non esistono conoscenze superiori alle altre.

La terza differenza riguarda il significato della filosofia: per Platone ha una finalità sia morale che religiosa, utile per formare un governante esemplare che guidasse con rettitudine una polis; per Aristotele essa ha sostanzialmente come scopo la pura e semplice conoscenza senza nessuna applicazione pratica nella vita della città.

Una quarta differenza riguarda un’opposta scelta letteraria: mentre Platone scrive dialoghi e si serve dei miti, concentrando i propri temi prevalentemente sulla politica, le opere di Aristotele sono un vero e proprio modello di prosa scientifica, dei saggi, estremamente rigorosi e basati su argomentazioni logiche. I temi trattati da Aristotele erano molteplici, alcuni non erano mai stati trattati da filosofi precedenti come ad esempio il comportamento degli animali. Platone elaborò un modello ideale di stato basato sulla divisione del lavoro, sul comunismo dei beni e sulla partecipazione collettiva alla vita pubblica (riconoscendo, per la prima volta, i diritti politici alle donne). Aristotele, al contrario, sosteneva che l’organizzazione della società dovesse rispettare la natura umana che impone la superiorità del più forte sul più debole (giustificando con ciò i pregiudizi schiavistici e misogini, tipici della cultura greca), e la tutela della proprietà privata.

la concezione della realtà: entrambi credevano, seguendo la linea di Socrate, nell’esistenza dell’anima, interrogandosi sulla sua natura ma ottenendo risposte differenti: per Platone, essa è prigioniera del corpo, perché la vera vita è dopo la morte, nel mondo delle idee (quindi è immortale); per Aristotele essa è unita intrinsecamente al corpo, per cui non vive al di fuori di esso, ed è dunque mortale.

- Anche nel campo della teoria dell’arte, ci sono posizioni
differenti: Platone la considera imitazione dell’imitazione (quindi ingannatrice ed illusoria); Aristotele, invece, la considera l’imitazione della vera realtà (avente, perciò, funzione morale e conoscitiva).

concludendo possiamo affermare che, Platone, rispetta la libertà di pensiero, e Aristotele mantiene un notevole senso critico, interpretando o contestando le teorie da lui insegnate.

#approfondimento #platone #aristotele #confronto #enciclopediafilosofica
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2022-09-16 10:30:01 "L'antichissima saggezza degli Indiani dice: "è la Maya, il velo dell'inganno, che ricopre gli occhi dei mortali e fa loro vedere un mondo, di cui non si può dire né che sia né che non sia: giacché è come il sogno, è come il riflesso del sole sulla sabbia, che il viandante scambia da lontano per acqua, o anche come la corda gettata a terra, che egli prende per un serpente". [...] Con la dottrina della Maya nient'altro s'intende che ciò che Kant chiama il fenomeno, in contrapposizione alla cosa in sé: giacché l'opera della Maya viene appunto indicata come questo mondo visibile in cui siamo, un incantesimo evocato, una mutevole parvenza, in sé priva di consistenza, paragonabile all'illusione ottica e al sogno, un velo che avvolge la coscienza umana, un qualcosa di cui è ugualmente falso e ugualmente vero dire che è e che non è."

Tratto da "_Il mondo come volontà e rappresentazione"_ di
ARTHUR SCHOPENHAUER


Per Schopenhauer il velo di Maya rappresenta ciò che nasconde la realtà delle cose, velo che deve essere strappato per poter conoscere il mondo.

Il velo di Maya è il velo dell'illusione, che fa vedere ai mortali un mondo di cui non si può dire né che esista né che non esista, "“è simile al sogno, allo scintillio della luce solare sulla sabbia *che* il viaggiatore scambia da lontano per acqua, oppure ad una corda buttata per terra ch'egli prende per un serpente“."
Come strapparlo? Attraverso la
percezione degli istanti, quindi attraverso il corpo. Esso ha in sé la manifestazione immediata della volontà di vivere detta anche energia di vivere poiché ogni atto volontario o inconsapevole compiuto dall’uomo ha come scopo quello di allungare la vita dell’organismo il quale vuole vivere quanto più possibile attraverso la ragione e l’intelletto. La volontà di vivere è l’essenza della realtà.

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#schopenhauer #velodimaya #citazione #stralcilettura #consigliolettura #stralcilettura
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2022-09-15 10:15:07 Di origine italiana e naturalizzata australiana Rosi Braidotti è Professoressa Emerita dell'Università di Utrecht dove ha fondato e dirige il Centre for the Humanities https://www.uu.nl/en/organisation/centre-for-the-humanities. Post-strutturalista, Braidotti ha unito le istanze del femminismo di terza ondata ad una riflessione sul genere e sulla narrazione attorno al tema del corpo, elaborando la teoria della soggettività nomade. Proponiamo un'analisi del suo saggio più recente, Il postumano. La vita oltre l'individuo, oltre la specie, oltre la morte, pubblicato nel 2020. https://www.unimc.it/filosoficamente/libri-approfondimenti/rosi-braidotti-il-postumano
#lefilosofe #filosofeoggi #approfondimentofilosofico
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2022-09-14 10:00:39

Nuovo articolo di Vaccaro per "La voce di Asti"!

"...Cosa si fa quando si giudica? Chi ha il diritto di giudicare? Basta essere giudice per giudicare?"

La Finestrina: lo spazio della commedia
https://www.lavocediasti.it/2022/09/10/sommario/la-filosofia-e-le-sue-voci/leggi-notizia/argomenti/la-filosofia-e-le-sue-voci/articolo/la-finestrina-lo-spazio-della-commedia.html

Writer
https://arenaphilosophika.it/simone-vaccaro-ap/

#alfieri #lavocediasti
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2022-09-12 12:20:05
Questa sera alle 21.20 ci troviamo per leggere e commentare con l'aiuto di Simone Vaccaro alcune pagine di Kitarō Nishida, fra i più importanti filosofi giapponesi del XX secolo. Vi aspettiamo!
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