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'L'antichissima saggezza degli Indiani dice: 'è la Maya, il ve | Mondo filosofia

"L'antichissima saggezza degli Indiani dice: "è la Maya, il velo dell'inganno, che ricopre gli occhi dei mortali e fa loro vedere un mondo, di cui non si può dire né che sia né che non sia: giacché è come il sogno, è come il riflesso del sole sulla sabbia, che il viandante scambia da lontano per acqua, o anche come la corda gettata a terra, che egli prende per un serpente". [...] Con la dottrina della Maya nient'altro s'intende che ciò che Kant chiama il fenomeno, in contrapposizione alla cosa in sé: giacché l'opera della Maya viene appunto indicata come questo mondo visibile in cui siamo, un incantesimo evocato, una mutevole parvenza, in sé priva di consistenza, paragonabile all'illusione ottica e al sogno, un velo che avvolge la coscienza umana, un qualcosa di cui è ugualmente falso e ugualmente vero dire che è e che non è."

Tratto da "_Il mondo come volontà e rappresentazione"_ di
ARTHUR SCHOPENHAUER


Per Schopenhauer il velo di Maya rappresenta ciò che nasconde la realtà delle cose, velo che deve essere strappato per poter conoscere il mondo.

Il velo di Maya è il velo dell'illusione, che fa vedere ai mortali un mondo di cui non si può dire né che esista né che non esista, "“è simile al sogno, allo scintillio della luce solare sulla sabbia *che* il viaggiatore scambia da lontano per acqua, oppure ad una corda buttata per terra ch'egli prende per un serpente“."
Come strapparlo? Attraverso la
percezione degli istanti, quindi attraverso il corpo. Esso ha in sé la manifestazione immediata della volontà di vivere detta anche energia di vivere poiché ogni atto volontario o inconsapevole compiuto dall’uomo ha come scopo quello di allungare la vita dell’organismo il quale vuole vivere quanto più possibile attraverso la ragione e l’intelletto. La volontà di vivere è l’essenza della realtà.

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