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«La depressione non equivale al dolore; il vero depresso ringr | Mondo filosofia

«La depressione non equivale al dolore; il vero depresso ringrazierebbe il cielo se riuscisse a provare dolore. La depressione è l'incapacità di provare emozioni. La depressione è la sensazione di essere morti mentre il corpo è ancora in vita. Non equivale affatto alla pena e al dolore, con i quali anzi non ha niente in comune. Il depresso è incapace di provare gioia, così come è incapace di provare dolore. La depressione è l'assenza di ogni tipo di emozione, è un senso di morte che per il depresso è assolutamente insostenibile. È proprio l'incapacità a provare emozioni che rende la depressione così pesante da sopportare. »

Erich Fromm, “I cosiddetti sani”

All'inizio degli anni Cinquanta, 
Erich affrontò il  problema della salute psichica dell'individuo nella società industriale. Nel saggio "I cosiddetti sani", parla di salute psichica e delle principali forme di patologia della normalità.  Per Fromm, la personalità è l'insieme delle qualità psichiche ereditarie ed acquisite dell'individuo che ne definiscono prima il temperamento, quindi il carattere attraverso un processo evolutivo di adattamento quale compromesso tra i bisogni interni e le richieste esterne. Il carattere dell'uomo è quindi inteso come il modo in cui l'individuo usa la propria energia psichica in funzione delle proprie esigenze individuali in un dato contesto sociale ed ambientale. Il processo di formazione ha due principali dimensioni:
- quella sociale;
- quella individuale.

L'uomo instaura poi relazioni positive con il mondo attraverso:
-l'assimilazione (acquisizione dell'ambiente);
-la socializzazione (tensione verso l'altro).

La socializzazione può essere tuttavia turbata dalla comparsa di almeno uno di quattro ben precisi atteggiamenti che Fromm identifica nel masochismo, nel sadismo, nella distruttività e nel conformismo.

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