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 E' UNA 'FARSA' L'AMMUTINAMENTO, SE WAGNER PMC 'NON ESISTE'? - | Qui Radio Londra

 E' UNA "FARSA" L'AMMUTINAMENTO, SE WAGNER PMC "NON ESISTE"? -
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Di Paola Mora

 
"L’Operazione Speciale prosegue in Donbass a mietere come grano le attrezzature militari, munizioni, carri armati, soldati ucraini e dell’Occidente collettivo, in un confronto per cui lo zar di Russia non ha alcuna fretta di prendere Kiev, né di svelare a Washington gli arsenali  ove custodisce i ‘gingilli di famiglia’ più tecnologici ed avanzati, bensì, l’obiettivo di Putin è, in assenza della comparsa di una reale volontà di pacificazione dei rapporti da parte dell’Occidente, di prolungare il conflitto a favor suo per desertificare le risorse degli avversari, attraverso la messa in gioco di una percentuale minima del proprio potenziale militare. Invece, USA e UE sono convinti ancora che prolungando il conflitto si riesca a deprimere l’economia russa attraverso le sanzioni - che invece si ritorcono contro chi le fa - con la prospettiva di avviare una “finta pace” nell’intermezzo, utile a rifocillare i propri depositi. Ma, nel proseguimento dell’Operazione speciale, il 24 giugno 2023 una faida interna che coinvolge il Ministero della Difesa russo e il gruppo privato Wagner PMC, sconvolge Mosca.
 
Sono in molti a credere che il cosiddetto “ammutinamento del 24 giugno” sia consistito in una messa in scena, indicando Prigozhin come un 'complice' di Putin, per cui, lo scopo di entrambi sarebbe stato quello di smascherare possibili traditori interni al Cremlino e defenestrare esponenti del ministero della Difesa.  Anche se si può solo ipotizzare, e forse non sapremo mai come si sono svolti realmente i fatti, è più realistico pensare che la volontà del capo dei Wagner di marciare per protesta su Mosca fosse invece reale, e non una farsa. Non forse per attuare un colpo di Stato e spodestare il Presidente in carica, [o forse sì] - benchè Prigozhin abbia talvolta manifestato un cauto desiderio politico accantonato subito nelle sue fantasie dal momento che egli è per natura un commerciante, non un militare, né tantomeno è capace di assolvere a cariche di governo – ma presumibilmente per dimostrare la sua forza e per un vecchio regolamento di conti.
Quali conti? Quelli in sospeso col dicastero esecutivo del Ministero della Difesa russo ed i rispettivi suoi esponenti: Sergej Shoigu ed il Capo di stato generale maggiore delle Forze armate russe Valerij Gerasimov, i quali, sono stati più volte nominati nelle arringhe del capo dei Wagner ed offesi da quest’ultimo, quando le munizioni non arrivavano per tempo ai wagneriani occupati a liberare Artemiovsk (Bakhmut), o quando egli li accusava di non saper svolgere il lavoro al ministero della Difesa, per cui avrebbero mentito sui numeri dei caduti in battaglia o su altri dettagli militari per coprire la propria incapacità di gestione.  
Le agenzie stampa di Washington, quando già l’ammutinamento era proseguito da ore con l’occupazione militare di Rostov sul Don, hanno documentato che l’Intelligence statunitense era a conoscenza in anticipo dei piani di Prigozhin, e si supponeva che costui avesse maturato la decisione di avviare una protesta intorno al 10 di giugno, quando tutte le compagnie militari private furono obbligate a firmare un contratto con il Ministero della Difesa. Tra parentesi, dopo che Prigozhin si era rifiutato di firmare suddetto contratto, lui era stato avvisato del fatto che Wagner PMC, a quel punto, non avrebbe più potuto partecipare all’Operazione speciale in Ucraina ed ottenere fondi di finanziamento – secondo una ricostruzione successiva di Andrey Kartapolov, membro della Duma di Stato della Russia.  
Del rapporto d’Intelligence statunitense...".
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