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Mi è stata mandato lo screen di un recente articolo di Federic | Matteo Brandi - Canale Ufficiale

Mi è stata mandato lo screen di un recente articolo di Federico Rampini dedicato all'inquietante fenomeno dei Black Lives Matter negli USA.

Rampini, che di certo non può essere "accusato" di avere simpatie sovraniste, racconta a quale pazzia siano giunti gli inquisitori globalisti. Sull'onda di una sorta di nuova religione puritana, nelle scuole e nelle università americane si sta arrivando a riscrivere la Storia, ponendo lo schiavismo come atto fondatore della nazione.

I bianchi, in quanto tali, devono sentirsi costantemente in colpa e devono espiare le malefatte dei propri antenati. Questa follia porta a nuovi tipi di discriminazione, esaltati dagli adepti del politicamente corretto.

Nell'articolo, viene riportata la storia di un'immigrata russa ebrea fuggita dall'Unione Sovietica ed approdata in terra americana. Il figlio di questa donna, un medico brillante che ha superato tutte le prove per accedere ad una importante facoltà, si è visto scavalcare da una donna afroamericana meno titolata. Perché? Perché l'ateneo, infettato dall'idiozia BLM, ha visto in un uomo bianco un "privilegiato" da punire, preferendogli una donna nera. Il tutto con tanto di regolamento interno in cui viene certificata questa discriminazione razziale.

Sembra una barzelletta, invece è la realtà. Per questo, quando vi parlo di quanto sia cancerogena l'idelogia globalista, vi invito a scorgerne i sintomi nella società in cui tutti noi vivamo. Nelle parole, nelle idee, negli atteggiamenti, nei gesti e nei simboli.

Queste tesi radicali, violente e demenziali sono alimentate ad arte per devastare la tenuta sociale delle nazioni. Sfilacciano i popoli, dividono le persone, causano scontri e divisioni. E non pensiate che si tratti solo di una questione anglosassone: la dottrina globalista è già entrata nelle università nostrane, dove professori invasati addestrano i propri studenti ad odiarsi.

Se tutto questo non verrà fermato, ci aspettano tempi molto bui.

Matteo Brandi